La battuta di caccia di Donald Trump Jr nella laguna veneta, in un’area tutelata e protetta, sarebbe stata autorizzata dalla Regione Veneto: l’ha dichiarato l’assessore a Caccia e Pesca della Regione Veneto, Cristiano Corazzari. Eppure, durante quel massacro autorizzato dello scorso novembre, sarebbe stata uccisa anche un esemplare di casarca, una specie di anatra rara e tutelata dalla normativa europea – e, quindi, anche da quella italiana.

È questo il motivo che avrebbe spinto alla denuncia il consigliere regionale di Europa Verde, Andrea Zanoni, dando all’episodio risonanza internazionale. A prescindere dalla presenza o meno di autorizzazioni e permessi, è chiaro che ci troviamo di fronte – per l’ennesima volta – a una vittoria della caccia e dei cacciatori sulla tutela della fauna selvatica. Il sintomo di un sistema che, chissà come, continua a favorire l’uccisione di animali, anche in aree protette, anche quando le norme dovrebbero impedirlo.

Al di là del rilievo mediatico della notizia, che coinvolge un cacciatore miliardario notoriamente alla ricerca di trofei di caccia quanto più controversi possibile, viene da chiedersi come sia possibile arrivare a situazioni del genere. Sarà la magistratura a indagare sull’abbattimento di un esemplare di una specie protetta, ma l’idea che una persona possa addirittura arrivare da un altro Paese per arrecare – con il permesso delle istituzioni – danni inimmaginabili alla fauna e agli ecosistemi, è quantomeno aberrante.

Non ci stancheremo mai di ripetere che la caccia, in Italia, gode ancora di troppe concessioni e di una normativa blanda, che non tutela abbastanza le specie selvatiche e che troppo spesso viene aggirata, per chiudere un occhio sugli abusi.

Se confermato, questo episodio rappresenterebbe un doppio, gravissimo problema: da una parte, la dimostrazione che in Italia potere e ricchezza, quando si parla di caccia, spalancano qualsiasi porta; dall’altra, l’ennesimo intollerabile sfregio ai danni degli animali selvatici e del territorio, possibile a causa di politiche che favoriscono soltanto i cacciatori.

L’OIPA provvederà con accesso agli atti per la verifica del caso, al fine di conoscere in dettaglio le autorizzazioni date, la dinamica dei fatti, con riserva di procedere nelle opportune sedi per la tutela dei diritti violati.

Foto in apertura: Field Ethos