Sabato 24 marzo i volontari dell’OIPA di Trieste hanno sfilato insieme a tantissime altre associazioni locali in difesa delle nutrie, minacciate da un piano di eradicazione basato esclusivamente su metodi cruenti, così come imposto dalla Giunta Serracchiani che pretende di contenere un animale estraneo agli habitat della regione con metodi violenti quando esistono metodi dolci molto più efficaci.
Le nutrie verrebbero intrappolate e uccise a colpi di fucile o con il gas da alcuni soggetti autorizzati. Un pratica assolutamente inaccettabile, poiché evidenzia una mancanza di rispetto di diritti che dovrebbero esser inviolabili per tutti gli animali: il diritto alla vita e alla libertà.
I manifestanti si sono dati appuntamento alle 10.30 in piazza della Borsa sfilando fino alla sede del Consiglio Regionale e invitando tutti i partecipanti ad indossare qualcosa di rosso per richiamare il colore del sangue delle nutrie che viene versato sul suolo regionale.
Le motivazioni per cui si chiede di fermare l’uccisione dei castori, introdotti in Italia negli anni ’60 soltanto allo scopo di sfruttarli per l’industria della pelliccia, sono molteplici. La prima è legata alla biologia dell’animale, poiché di fatto con l’abbattimento si provoca l’aumento del tasso di nascite e la tendenza dei maschi non leader delle colonie rimanenti ad uscire dal territorio in cui sono nati per colonizzare i territori nei quali le nutrie sono state prelevate ed uccise.
La seconda è di natura legale, poiché anche se nel 2016 le nutrie hanno perso le tutele previste per la fauna selvatica, il legislatore nazionale ha comunque garantito loro un ultimo diritto: quello che l’eradicazione sia svolta prioritariamente senza violenza. Inoltre, nonostante le richieste delle associazioni, l’ISPRA non ha motivato il suo parere in merito al piano di abbattimento.