Nonostante la sonora bocciatura da parte del Consiglio di Stato del “programma di contenimento” delle volpi proposto nel 2013 dalla Provincia di Treviso in seguito al ricorso presentato da OIPA, Enpa e Lav, l’assessore con delega a Caccia, Pesca e Protezione Civile, Mirco Lorenzon, ci riprova, annunciando che nei prossimi giorni porterà un nuovo piano di sterminio sul tavolo dell’Ispra motivato da un presunto sovrannumero delle volpi, con conseguenti danni all’allevamento del bestiame.
L’OIPA sottolinea, ancora una volta, che le volpi sono predatori e possono dunque causare occasionali danni agli animali da reddito. Tali danni possono essere facilmente impediti mediante recinzioni adeguate e chiudendo, ad esempio, il pollame durante la notte. Le recinzioni devono essere a rete e interrate fino a una profondità di 50 cm, poiché la volpe sa scavare. Si tratta, quindi, di problemi facilmente evitabili. Sparare ad una volpe, inoltre, e è raramente una soluzione ad un «problema dovuto alle volpi». Quando questi animali sono eliminati da un territorio, quest’ultimo viene rapidamente occupato da altri esemplari.
La maggior parte della cittadinanza si rallegra della presenza delle volpi perché questo animale arricchisce la fauna dei nostri insediamenti, proprio come i merli, le rane e i ricci. Non è così per la lobby venatoria che non paga di sparare 4 mesi all’anno, vorrebbero vedere questo permesso esteso anche al resto dell’anno, nascondendosi dietro al paravento dell’utilità sociale. Questo desiderio è evidentemente appoggiato dalla Provincia di Treviso che diffonde informazioni false e tendenziose al solo scopo di creare allarmismo e nascondere il vero obiettivo dell’ennesima richiesta di massacro di una specie animale.