TRENTINO, ORSA KJ2: L’ORDINANZA DI CATTURA SI TRASFORMA IN ESECUZIONE. L’OIPA PROCEDE CON DENUNCIA CONTRO I RESPONSABILI E FA ISTANZA DI ACCESSO AGLI ATTI
12/08/17
“Atto deliberato sulla base di un’ordinanza illegittima senza dimostrazione della reale pericolosità dell’orsa”
A pochi giorni dal ricorso al TAR presentato contro l’ordinanza di cattura di KJ2, gli incaricati dalla Provincia Autonoma di Trento hanno trovato l’orsa, definita pericolosa senza nessun riscontro oggettivo, e l’hanno abbattuta. Inutile dire quanto ci possiamo sentire sgomenti e frustrati di fronte alla seconda morte di un orso senza nessuna colpa a causa dell’incapacità e inadeguatezza di un ente pubblico che ha ricevuto ingenti finanziamenti europei per salvaguardare i plantigradi, ma non fa altro che rendersi responsabile della loro morte (KJ2 è il quarto orso abbattuto) e dichiarare che tali decisioni sono avallate da esperti mondiali, senza tuttavia menzionarli.
L’OIPA presenterà nelle prossime ore un’istanza di accesso agli atti per conoscere le motivazioni che hanno portato all’abbattimento senza passare per la cattura, oltre che una denuncia per uccisione di animale contro i responsabili. Il ricorso al TAR proseguirà inoltre nell’iter stabilito con l’obiettivo di dichiarare l’ordinanza illegittima, creando quindi un importante precedente per contrastare eventuali future ordinanze analoghe.
Non solo: la battaglia per la tutela degli orsi trentini non si ferma e la porteremo a livello europeo affinché la Provincia di Trento risponda delle sue scellerate decisioni davanti a chi ha ideato e finanziato il progetto Life Ursus.
L’ANTEFATTO: 24 luglio – TRENTINO, SI RIPETE IL SOLITO COPIONE: PROVINCIA GESTISCE LIFE URSUS CON ORDINANZA AMMAZZA ORSI. PREVENZIONE POCA E TARDIVA. L’OIPA “ANCORA UNA VOLTA LA POLITICA VIENE PRIMA DEGLI ORSI. SIAMO PRONTI A FARE RICORSO AI MASSIMI LIVELLI DELLA GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA”
L’OIPA farà ricorso contro l’ennesima ordinanza scellerata che rappresenta un atto di forza immotivato e non risolutivo da parte della Provincia di Trento. Ancora una volta un comportamento che fa parte del normale etogramma specie-specifico dell’orso viene posto al “massimo livello della scala di pericolosità prevista dal PACOBACE” senza che un consiglio di esperti in plantigradi si sia riunito per la valutazione.
“Se la Commissione dei 12 consentirà alla PAT di gestire in via ordinaria la presenza dell’orso inL Trentino tramite decisioni che ne mettano a repentaglio benessere e sopravvivenza faremo ricorso al Consiglio di Stato e alla Corte Costituzionale. Non possiamo più tollerare un altro caso Daniza” sottolinea Massimo Comparotto, presidente OIPA Italia.
Il solito copione estivo si è infatti ripetuto anche quest’anno: la PAT, volutamente non in grado di gestire e far rispettare le politiche di prevenzione per una corretta convivenza con i plantigradi, ha ancora una volta reagito d’impulso senza fare un’accurata ricostruzione dei fatti e senza attribuire a ciascuno le giuste responsabilità. Lo svolgimento dell’azione è lacunoso e a tratti inverosimile, a partire dal pelo ritrovato dal quale si dovrebbe risalire al DNA dell’animale. Come sarà possibile identificare il plantigrado in maniera incontrovertibile? Chi ne sottoscriverà la pericolosità e sulla base di quali criteri?
Anche questa volta ritroviamo la scarsa trasparenza che ha accompagnato le ordinanze fotocopia nel caso di Daniza e di KJ2 e che ha già portato una volta alla morte di un orsa che aveva la sola colpa di aver difeso i suoi cuccioli da un uomo che non ha messo in atto nessuna delle norme di prevenzione e gestione della convivenza con gli orsi; norme pubblicizzate poco o tardivamente rispetto alla stagione della riproduzione di questi mammiferi.
“Quello che appare evidente è che la politica è, ancora una volta, prioritaria rispetto alla salvaguardia del progetto Life Ursus e in vista della prossima stagione elettorale gli amministratori locali vogliono affrettarsi a dare risposte a coloro per i quali gli orsi rappresentano un problema, senza curarsi che tali risposte, oltre a calpestare il diritto di questi animali di vivere in un ambiente in cui loro stessi li hanno reintrodotti, non portano risultati sul lungo periodo, come ci dimostra la cronaca degli ultimi 3 anni” conclude Comparotto.
Per approfondire il tema: https://www.oipa.org/italia/focus-orsi/