Costretti a vivere in spazi angusti e sporchi, inadeguati al sano e naturale sviluppo di un cucciolo, strappati ale madri troppo presto, stipati in furgoni per giorni interi. Sballottati come pacchi di merce, sono spaventati e spesso malati.
Chi vorrebbe sapere che il proprio cane quando aveva pochi mesi di vita ha vissuto un’esperienza così traumatica? Tutti coloro che acquistano cuccioli provenienti dai Paesi dell’Est europeo in negozi, fiere o da privati. Un acquisto a prezzo vantaggioso, rapido, senza troppe domande. E il cucciolo “griffato” arriva in famiglia come regalo per il bambino o come sfizio da togliersi.
E’ facile inorridire di fronte al trattamento riservato alle “fattrici”, cani femmina sfruttate fino allo stremo per sfornare sempre più cucciolate, o ai cuccioli di poche settimane ritrovati durante i sequestri nei bagagliai di auto con targhe slovacche o ungheresi. Quello che manca è il collegamento tra quelle scene e il fatto che è proprio la domanda di cuccioli di razza ad alimentare questo vergognoso commercio che costa la vita a migliaia di cani.
Infatti, purtroppo, le segnalazioni di trasporti di cuccioli provenienti dall’Est Europa e diretti nel nostro Paese continuano senza sosta. L’ultima operazione risale a pochi giorni fa, quando la Guardia di Finanza di Trani ha effettuato un sequestro preventivo di 52 cuccioli di varie razze provenienti dall’Ungheria e diretti a Lecce. Erano in viaggio da 36 ore, stremati a tal punto che sette sono deceduti per le condizioni di salute molto precarie. Gli altri sono stati affidati ai volontari della sezione e delle guardie zoofile dell’OIPA Trani che, non appena la Procura definirà le misure giudiziarie necessarie, si occuperanno delle procedure di affido.
N.B. Le procedure di affido non sono ancora state avviate.