Comunicato stampa
24 gennaio 2023
TAGLIARONO LE ORECCHIE AI CANI, TUTTI CONDANNATI. SENTENZA DEL TRIBUNALE DI ROMA SU DENUNCIA DELL’OIPA
In cinque a processo per le mutilazioni estetiche, condanne per 40 mila euro e sei mesi di reclusione. Condannato anche un allevatore, interdetto dall’attività
Condannati dal Tribunale di Roma, su denuncia delle guardie zoofile dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), cinque proprietari di cani, tra cui un allevatore, per aver fatto tagliare le orecchie ai loro molossoidi che partecipavano a un’esposizione canina. In quattro dovranno pagare ciascuno una multa di 10 mila euro, mentre uno di loro è stato condannato a sei mesi di reclusione. L’allevatore è stato condannato inoltre a tre mesi di sospensione dell’attività. Il giudice ha anche disposto la confisca degli animali.
La denuncia partì a seguito di controlli svolti durante una manifestazione canina che si tenne nel 2016 nella Capitale, in via di Casal Boccone. Nell’ambito dell’operazione Dirty Beauty (Bellezza sporca) condotta dagli agenti dell’Oipa, furono trovati cinque American Bulldog, un American Bully e un meticcio molossoide con le orecchie tagliate, una pratica ancora diffusa tra gli estimatori di queste razze ma vietata in Italia dal 2010. La cosiddetta “conchectomia”, come anche il taglio della coda (“caudotomia”), configura un maltrattamento punito dal Codice penale all’art. 544 ter, che prevede fino a 18 mesi di reclusione o una multa fino a 30 mila euro. Le mutilazioni per fini estetici sono vietate anche dalla Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia di Strasburgo del 13 novembre 1987, ratificata dall’Italia con la legge n. 201/2010.
«I proprietari esibirono certificati veterinari che attestavano “motivi di salute” per i quali gli animali sarebbero stati sottoposti alle mutilazioni», racconta il coordinatore delle guardie zoofile Oipa di Roma e provincia, Claudio Locuratolo. «I certificati, alcuni rilasciati su carta intestata di una struttura veterinaria in Serbia, a seguito delle nostre indagini di polizia giudiziaria e grazie anche alla collaborazione dell’Ambasciata serba, risultarono falsi. Risultarono falsi anche altri due certificati rilasciati su carta intestata di un veterinario della provincia di Napoli».
Nei sei anni d’indagini condotte dalle guardie zoofile Oipa, sono stati portati a processo per maltrattamento di animali, falso ideologico, utilizzo di atto falso e concorso in reato circa settanta proprietari di cani e alcuni veterinari, questi ultimi indagati per avere rilasciato false documentazioni per consentire la partecipazione a concorsi che altro non sono che un tassello del mercato delle compravendite di cani. Gli animali che partecipano a raduni ed esposizioni, vincendo, guadagnano prestigio e in conseguenza i loro cuccioli hanno un valore di mercato elevato, anche decine di migliaia di euro, così come le loro “monte”.
«Le Federazioni nazionali e internazionali per la cinofilia dovrebbero assumere posizioni più severe ed escludere dalle manifestazioni cani mutilati e gli Ordini dei medici veterinari dovrebbero essere meno indulgenti nei confronti dei propri iscritti», aggiunge Claudio Locuratolo. «Auspichiamo che la prevenzione e la repressione pongano fine a questa pratica incivile e fuorilegge».
Per segnalazioni di maltrattamento su Roma e provincia: guardieroma@oipa.org
Per le segnalazioni in tutta Italia: https://www.guardiezoofile.info/nucleiattivi/
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