di Elena Garoni, medico veterinario comportamentista
La sterilizzazione chirurgica del cane è una pratica ormai molto in uso.
La scelta di sterilizzare un cane può essere dettata da diverse considerazioni. La prima è di ordine sanitario: numerose ricerche affermano che l’asportazione delle ovaie e/o dell’utero nella femmina previene l’evenienza di processi tumorali a carico delle mammelle e dell’utero e di infezioni uterine (piometra). Nel maschio, l’asportazione dei testicoli previene le patologie a carico sia della prostata sia dei testicoli stessi. La sterilizzazione delle femmine e dei maschi è inoltre un’arma imprescindibile contro il randagismo, in quanto annulla l’evenienza di gravidanze indesiderate e riduce il vagabondaggio dei maschi.
La terza considerazione si riferisce all’influsso che l’intervento può avere sul comportamento. E’ sempre più frequente infatti che i proprietari si rivolgano al Medico Veterinario per comprendere se questo tipo di intervento possa contribuire al miglioramento di alcuni aspetti del proprio cane. E’ antica opinione comune che la castrazione del maschio causi una diminuzione dei comportamenti aggressivi soprattutto verso gli altri cani maschi e in misura minore verso le persone, e che invece la sterilizzazione delle femmine porti a un peggioramento del rapporto con gli altri cani. Negli ultimi tempi, di contro, alcuni sostengono che la diminuzione del livello di testosterone aumenti i comportamenti dettati da paura, e quindi anche alcune aggressività.
E’ evidente che non sia possibile affermare una netta corrispondenza fra un atto chirurgico (la sterilizzazione) e un insieme di risposte comportamentali: il comportamento di un soggetto, infatti, è determinato da un insieme complesso di fattori: genetici, caratteriali, esperienziali, a cui si devono aggiungere i fattori di salute fisica, sai metabolici sia ormonali. E’ scorretto pensare che la castrazione di un cane risolva tutti i suoi problemi di aggressività, così come che possa renderlo apatico o soggetto a continue paure.
E’ necessario che venga valutato il cane all’interno del suo sistema, prendendo in considerazione le sue condizioni di salute, il suo profilo di personalità, le relazioni che intrattiene con il gruppo famigliare e con gli estranei, l’ambiente di vita, la valutazione del disagio e la diagnosi di psicopatologia comportamentale. Solo così sarà possibile utilizzare con successo uno strumento importante per l’adattamento del cane al suo ambiente.
In condizioni ideali di sistema di vita e in assenza del rischio di gravidanze indesiderate o di vagabondaggio si tende a consigliare di effettuare l’intervento di sterilizzazione in entrambi i sessi dopo la pubertà, in quanto il rischio di evenienza delle malattie connesse (tumori e infezioni) resta comunque molto basso. Si intende dunque dopo l’anno di vita nel maschio e dopo 1 o 2 calori (non gravidanze!) della femmina. Qualora siano presenti più cani nello stesso nucleo famigliare, è necessario valutare attentamente tale scelta, tenendo in considerazione lo stato di sofferenza e di frustrazione del cane maschio convivente, e il probabile aumento di motivazione competitiva e di irritabilità delle altre cagne femmine del gruppo.
La necessità del controllo delle nascite nel nostro Paese deve rimanere una assoluta priorità: soltanto quando ci dimostreremo una società più civile potremo riorientare le scelte strategiche delle associazioni che lavorano per gli animali.