Urla. Urla di dolore. Strazianti guaiti di sofferenza, indescrivibili.
Sono state le disperate urla di Ruth, una cagnolona randagia che viveva libera, accudita e amata a Partinico (PA), ad attirare l’attenzione di un uomo che, accorso in un orto, si è trovato di fronte una scena di violenza indescrivibile. Ruth aveva le zampe legate con del fil di ferro, era inerme per terra, imbevuta di benzina e pronta per essere bruciata viva. Il carnefice, un anziano che si apprende ora essere già noto nella zona per sospette azioni a danno di altri cani, stringeva in mano una zappa, usata come arma per massacrarla spezzandole la colonna vertebrale. Come, di fronte a quelle stesse urla si possa non solo restare indifferenti, ma peggio continuare a infierire sadicamente, non è concepibile.
E sono stati i guaiti di dolore che hanno accompagnato Ruth durante la corsa in clinica veterinaria: quelle stesse urla che sono presenti in un video, insostenibile da guardare per il dolore che immortala e che causa a chi osserva. E sempre quelle stesse urla, purtroppo, hanno accompagnato Ruth ad una morte tra atroci sofferenze, con la schiena spezzata e troppe lesioni da sopportare per un essere vivente.
L’OIPA sta predisponendo una denuncia per uccisione di animale, pronta a combattere questa battaglia di giustizia con tutti i mezzi necessari: nessuna pena potrà ricompensare questa brutalità, mai niente riporterà indietro un essere vivente che cercava solo una carezza e che ha ricevuto una morte orribile. Non lasceremo che le urla di Ruth rimangano dimenticate e impunite.
Ci uniamo alle urla di dolore di Ruth, grideremo senza sosta ad ogni manifestazione e presidio che organizzeremo per ricordarla, per ricordare la sua sofferenza e la sua insensata morte. Ci uniremo ai suoi lamenti, pretendendo che questo assassino, e tutti gli assassini di animali, vengano puniti duramente, da una legge che finalmente guardi la violenza contro gli indifesi come la cosa peggiore, senza distinzioni di specie. Prendere a zappate un cane, legargli le zampe e pensare di dargli fuoco non è compatibile con una società civile, è simbolo di una pericolosità sociale e costituisce una minaccia per ogni essere vivente, umani compresi.