La lettera, firmata dall’Assessore Pieroni, saluta con giubilo l’approvazione da parte della Regione Marche delle nuove disposizioni che favoriscono gli interessi delle lobby venatorie
Con riferimento alla lettera inviata dall’Assessore della Regione Marche, Moreno Pieroni, ai suoi “amici cacciatori”, l’OIPA ritiene assolutamente inaccettabile che un Assessore regionale si permetta di inviare una lettera compiaciuta ai simpatizzanti del mondo venatorio, chiamandoli addirittura “amici”, vantandosi di avere trovato il modo di approvare una legge che favorisca esclusivamente gli interessi di una lobby, quella venatoria, aggirando addirittura una sentenza di un organo di rilievo costituzionale quale il Consiglio di Stato.
L’approvazione di questa legge della regione Marche, relativamente alle “Disposizioni Urgenti per la Caccia” effettuata il 5 Novembre, è l’ultimo capitolo di un acceso dibattito che risale sin dall’approvazione del calendario venatorio 2018/2019 da parte degli organi regionali. La polemica, infatti, si focalizzava non solo sull’assenza, per la regione Marche, di un benché minimo Piano Faunistico Venatorio, reso obbligatorio dalle direttive nazionali e fondamentale per un’adeguata pianificazione che non metta a repentaglio la fauna selvatica, ma anche perché permetteva alle doppiette dei cacciatori di sparare nelle aree “Natura 2000”, una rete ecologica istituita dall’Unione Europea volta alla conservazione e al mantenimento degli habitat naturali e delle specie, animali e vegetali, a rischio estinzione. Proprio in base a queste incongruità, infatti, a seguito di un primo e negativo parere da parte del TAR della Marche, il Consiglio di Stato aveva accolto il ricorso delle associazioni LAC e WWF, confermando il divieto di caccia nelle aree “Natura 2000”, come da direttiva comunitaria europea, ed imponendo un divieto di caccia nel mese di febbraio.
La diffusione di una lettera così intimamente dedicata agli interessi degli amici cacciatori, manifesta palesemente il favoritismo dell’Assessore al mondo venatorio, in totale spregio non solo di tutte le vittime animali ed umane (causate dai sempre più frequenti ed insensati incidenti di caccia) che segnano ogni stagione venatoria, ma soprattutto in riferimento alla fauna selvatica quale patrimonio indisponibile dello Stato, tutelata nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale. In tal modo l’Assessore Pieroni ha utilizzato la sua carica pubblica non per tutelare un interesse generale della collettività prevalente, ma per incentivare un interesse dei pochi praticanti l’attività venatoria, in totale spregio degli interessi di associazioni, cittadini e di quei valori fondamentali di tutela dell’ambiente e del territorio che lui stesso, come rappresentante del volere popolare, sarebbe chiamato a salvaguardare.