L’educazione cinofila è un’attività fondamentale e utile per noi e per i nostri cani. La vita frenetica di oggi porta i nostri cani, soprattutto se “cittadini”, a dover affrontare e convivere con novità, rumori particolari, eventi colmi di gente ecc. ecc.
L’educatore cinofilo ci aiuta a gestire al meglio il nostro quattrozampe e garantirgli benessere psicofisico. Ma l’educazione va sempre d’accordo con il benessere animale? Attenzione, la legge giustamente impone dei limiti: anche se si tratta di una attività lecita ciò non significa che non ha limiti.
Mai improvvisare e affidarsi ad esperti del settore che garantiscano prima di tutto il benessere del nostro cane.
La legge Convenzione Europea per la protezione degli animali da compagnia, ratificata in Italia con specifica legge, prevede all’ art. 7 che “Nessun animale da compagnia deve essere addestrato con metodi che possono danneggiare la sua salute ed il suo benessere, in particolare costringendo l’animale ad oltrepassare le sue capacità o forza naturale, o utilizzando mezzi artificiali che causano ferite o dolori, sofferenze ed angosce inutili.”
Esistono diversi processi penali nei confronti di proprietari o educatori cinofili che, con la scusante di dover “addestrare” il cane, hanno utilizzato metodi non consoni tali da procurare all’animale stress e malessere.
Famosa è una sentenza della Corte di Cassazione mediante la quale è stata confermata la condanna per maltrattamento nei confronti di una donna che, a suo dire, per motivi educativi, aveva preso a calci il proprio cucciolo cane “facendolo volare per alcuni metri”.
Ancora, diverse sono le pronunce giurisprudenziali per l’uso del collare a scosse elettriche sul cane che, ricordiamo, seppur allo stato attuale è ancora lecitamente venduto (sigh!), può essere fonte di responsabilità per l’utilizzatore.