Un passero, visibilmente maltrattato, con un laccio alla zampa è stato trovato ieri all’incrocio tra via Amalfi e via Capri, e i volontari dell’OIPA sono stati immediatamente allertati. Purtroppo l’animale è morto poche ore dopo il recupero.
Una cittadina ha infatti dato l’allarme quando ha visto, a terra, un uccellino non in grado di volare. Il passero si trovava nella zona del deposito bici del condominio della sua residenza. Claudio Calissoni, responsabile della sezione provinciale OIPA, è intervenuto per recupera l’uccellino: «Si trattava di una femmina – ha spiegato Calissoni – che purtroppo è morta alcune ore dopo il recupero».
Immediata la denuncia da parte dell’OIPA al Corpo Forestale Provinciale, che ha effettuato i rilievi fotografici del caso e che nei prossimi giorni avvierà le indagini per scoprire il responsabile del fatto.
L’animale presentava, oltre ad un laccio alla zampa, anche le piume della coda sfrangiate e rovinate: «Si tratta di un segno chiaro: questo passero è stato tenuto all’interno di una gabbia davvero molto piccola. Probabilmente chi l’aveva catturato si divertiva a farlo volare tenendolo legato per la zampa».
L’uccellatore non ha però fatto i conti con la forza dell’animale, che è riuscito a liberarsi: «Circa un mese fa avevamo trovato, sempre nella stessa zona, un merlo. In quell’occasione non era chiaro se il laccio fosse stato annodato alla zampa da una persona o, per caso, dall’animale stesso. Capita, infatti, che questi uccelli si annodino involontariamente con dei laccetti. Nel caso del passero, invece, è chiaro che si tratti di un’opera umana. Chi lo ha catturato, però, non sapeva che la forza esercitata dal becco del passero è maggiore di quella del merlo».
L’animale è quindi riuscito a fuggire, ma non è stato in grado di fare molta strada: «Già nel momento del recupero era evidente che non stesse bene. Probabilmente cercando di liberarsi ha sbattuto contro la gabbia e queste botte hanno provocato dei danni fatali».
Il volontario dell’OIPA chiede un aiuto alla cittadinanza: «A questo punto, visti i due casi ravvicinati, è molto probabile che ci sia qualcuno che si diverte in questo modo. Chi vedesse movimenti strani è pregato di contattarci: provvederemo noi ad avvertire le forze dell’ordine».
Il volontario OIPA, Claudio Calissoni precisa che questo genere di comportamenti è vietato dalla legge: «Sono situazioni che meritano una punizione esemplare: si tratta di un reato penale. Se si dovesse trovare il responsabile, l’OIPA si costituirà parte civile».