Nota  stampa
6 ottobre 2020

 

ORSI TRENTINO. REVOCATA L’ORDINANZA CHE VOLEVA LA CATTURA DI ORSI CHE SI FOSSERO AVVICINATI A CENTRI ABITATI.  OIPA SI RALLEGRA: «DECISIONE DI BUON SENSO», MA LA BATTAGLIA A DIFESA DEGLI ORSI CONTINUA

 

Comparotto: «Siamo ancora in giudizio per l’annullamento dell’ordinanza di cattura dell’orsa JJ4, madre di tre cuccioli, e per la tutela dei tre orsi detenuti al Casteller»

Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha revocato ieri la sua ordinanza del 27 agosto scorso che disponeva la cattura e la detenzione di qualsiasi orso che, pur senza causare danni,  si fosse avvicinato ai centri abitati dei Comuni di Andalo e Dimaro Folgarida.

«Questa decisione ci rallegra e ne riconosciamo il buon senso», commenta il presidente dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), Massimo Comparotto. «Le nostre battaglie legali proseguono. Siamo ancora in giudizio per l’annullamento dell’ordinanza di cattura dell’orsa JJ4, madre di tre cuccioli, e per la massima tutela dei tre orsi detenuti al Casteller e attualmente chiusi nelle cosiddette “tane”, in realtà celle di pochi metri quadri».

Il testo dell’ordinanza di revoca prova che, con un buon monitoraggio e con qualche semplice espediente, come l’installazione di bidoni anti-orso, e forse con qualche precauzione in più da parte di cittadini e turisti, si azzerano i rischi di “scontrarsi” con un orso.

Ma le battaglie legali dell’Oipa a difesa degli orsi trentini proseguono. L’associazione ha presentato alla Procura della Repubblica di Trento istanza di sequestro preventivo del Centro faunistico della Provincia Autonoma di Trento “Casteller” per inidoneità della struttura a ospitare gli orsi attualmente detenuti, e gli altri che si prevede di catturare. L’associazione si riserva inoltre di presentarsi nell’eventuale giudizio anche come parte civile. L’istanza di sequestro si aggiunge all’esposto per maltrattamento già depositato per l’orso M49 che, a seguito dei risultati del sopralluogo nel centro di detenzione svolto dagli esperti inviati dal Ministero dell’Ambiente, è stato integrato da una denuncia querela a tutela anche degli altri due orsi.