di Veronica Bianca Veronesi, educatore cinofilo CSEN
Prima d’iniziare questo articolo ritengo sia doveroso fare una distinzione precisa tra due branche specifiche della cinofilia: l’educazione e l’addestramento.
Secondo il Vocabolario Treccani:
• Educare: dal latino educĕre «trarre fuori», promuovere con l’insegnamento e con l’esempio lo sviluppo delle facoltà intellettuali, estetiche e le qualità morali di una persona;
• Addestrare: rendere abile, destro.
Appare chiaro che l’educazione, anche in campo cinofilo, fa sì che l’animale possa dare il meglio di sé senza che gli venga insegnato qualcosa in particolare. Al contrario, con la pratica dell’addestramento è possibile rendere abile il cane in una qualsiasi disciplina o attività attraverso l’apprendimento di nuovi comportamenti o comandi.
Questa distinzione è importante perché, per quanto io creda sia possibile aiutare qualunque cane, l’età influenzerà l’inizio e la fine di un possibile intervento di training per quanto riguarda l’addestramento, ma non l’educazione. Mentre la pratica dell’addestramento può infatti essere troppo impegnativa dal punto di vista psicofisico per un cucciolo e per un cane anziano, al contrario l’educazione può essere tranquillamente sostenuta da entrambi i soggetti.
Personalmente preferisco iniziare l’addestramento intorno agli 8/10 mesi nel cucciolo e non più tardi dei 7/8 anni di età per l’adulto. Ma con l’educazione è molto più semplice poiché non implica particolari fatiche o richieste, semplicemente si basa sul fatto che vengano definiti insieme al cane dei limiti su cosa si può o non si può fare, degli stop specifici, per esempio nel caso del gioco, oppure in riferimento a risorse spaziali (letti, divani, stanze ecc.) e sul modificarne la gestione qualora fosse la causa dei comportamenti indesiderati.
Ma arriviamo al nocciolo della questione. Spesso vengo contattata per risolvere specifiche problematiche non solo del cucciolo che, come anticipavo, ci dà molto più margine di lavoro vista la grande capacità di apprendimento, ma anche di cani adulti. Ciò accade perché il cane sviluppa comportamenti indesiderati negli anni, oppure perché viene adottato da adulto da canili o rifugi.
La domanda che mi viene sempre posta è: «Ma ormai non è troppo tardi?». In entrambi i casi no, non è mai troppo tardi.
Dobbiamo sempre pensare che il benessere del nostro cane viene prima di ogni altro fattore e che aiutarlo ad affrontare situazioni per lui difficili non solo è sempre possibile ma è un nostro compito e dovere in quanto suoi punti di riferimento.
Spesso, infatti, non si riesce a guadagnare il rispetto del proprio cane perché non ci ritiene sufficientemente affidabili: non pensa che in caso di emergenza potremmo essere adatti a “salvargli la vita”. Ma, dopotutto, come potremmo se non lo aiutiamo nelle situazioni più semplici?
Per rendere tutto più semplice e concludere l’argomento vi farò un tipico esempio pratico: il cane adulto che ancora tira al guinzaglio. In alcuni casi semplicemente non gli si è mai insegnato a passeggiare correttamente, in altri casi ci sono problematiche più profonde come uno stato di ansia, eccessiva eccitazione o insicurezza. Attraverso un percorso educativo andremo a lavorare sulla manifestazione, sulla motivazione per cui il cane tira, non sul tirare in sé. Lo potremo fare a qualunque età e così lo aiuteremo a vivere più serenamente. Glielo dobbiamo!
Altre problematiche simili sono:
• distruttività
• abbaio eccessivo
• richieste
• deiezioni dentro casa
• manifestazioni di aggressività
• ansia, insicurezza e paura in determinati contesti
• diffidenza verso le persone ecc.
In tutte queste situazioni non dobbiamo soffermarci sul problema, ma comprendere il perché di tale manifestazione. Non dobbiamo tirarci indietro, ma chiedere aiuto a un esperto indipendentemente dall’età del cane. E lui, a suo modo, ci ringrazierà!