Creata dall’Aquatic Life Institute con sede negli Stati Uniti, l’Aquatic Animal Alliance è una coalizione che raggruppa le più grandi organizzazioni per il benessere animale, e di cui l’OIPA è diventata membro di recente, unite dalla convinzione che gli animali acquatici debbano vivere liberi da qualsiasi sofferenza e forma di sfruttamento, al pari degli altri animali.

La coalizione lotta per migliorare la vita dei trilioni di animali acquatici sfruttati ogni anno, chiedendo e proponendo per loro maggiore tutela e standard di benessere.

Ancora oggi sono in molti a non considerare gli animali acquatici come esseri senzienti in grado di percepire dolore e sofferenza, e questa convinzione li esclude di frequente dalle normative sul benessere animale e dal concetto comune di protezione e salvaguardia.

Al contrario, gli scienziati hanno confermato e dimostrato che i pesci, ma vanno inclusi anche gli altri animali marini, sono in grado di percepire dolore, sofferenza ed emozioni in quanto dotati di cervello, sistema nervoso centrale e ricettori che provocano una reazione fisica al dolore.

Gli animali acquatici sono dotati di incredibili abilità cognitive, comprese l’acquisizione di nuove capacità e l’utilizzo di strumenti, la creazione di rapporti sociali complessi e la capacità di riconoscere i volti umani.

I pesci, ad esempio, hanno una memoria a lungo termine e sono in grado di evitare situazioni spiacevoli e di pericolo sulla base dell’esperienza passata.

Il mondo marino comprende non solo pesci e mammiferi marini, ma anche cefalopodi, crostacei, molluschi, coralli e altri invertebrati. Se prendiamo in considerazione soltanto i pesci, si stima che nei nostri mari vivano circa 20.000 specie: un’incredibile fonte di biodiversità per il nostro pianeta.

PESCI D’ALLEVAMENTO (ACQUACOLTURA)

Nonostante le loro straordinarie qualità e abilità, circa 100 miliardi di pesci sono allevati in tutto il mondo per poi essere uccisi e finire su un piatto. Si stima che tra i 51 e i 167 miliardi di pesci d’allevamento sono stati uccisi soltanto nel 2017. I pesci allevati trascorrono la loro breve vita soffrendo per le pessime condizioni in cui sono tenuti negli impianti di acquacoltura.
Il loro sovrannumero aumenta il rischio di diffusione e trasmissione di malattie, inoltre per via della loro condizioni, della continua manipolazione da parte degli operatori e non potendo esprimere comportamenti naturali, questi animali sono sottoposti ad uno stress tale da provocare aggressioni tra simili e gravi ferite.

PESCA DI CATTURA

Ogni anno vengono catturati in natura tra 0,79 e 2,3 miliardi di pesci. Questa stima si basa soltanto sulle zone di pesca registrate e solo per i pesci, sono esclusi altri tipi di animali acquatici, e non è inclusa la pesca illegale, quella non dichiarata e non regolamentata (INN), le catture accessorie, gli scarti di pesca e quella ricreativa e amatoriale. Pertanto, la stima che dovremmo considerare è di 2-3 trilioni di animali acquatici catturati in natura.

Nelle pratiche di pesca, i pesci vengono uccisi per asfissia, taglio delle branchie o eviscerazione. Può volerci più di un’ora prima che un pesce muoia per asfissia, durante il quale l’animale ansima e si agita, accumulando rifiuti di acido lattico nei suoi muscoli che ne interrompono il metabolismo.
I pesci hanno un sistema sensoriale detto linea laterale, che è composto da una serie di organi ricettori lungo i fianchi che vanno a formare una vera e propria linea visibile, consentendo loro di rilevare cambiamenti di pressione e movimento. Il cambiamento di pressione, quando un pesce viene tirato fuori dall’acqua, provoca all’animale un’immensa sofferenza.

Gli animali acquatici sono una risorsa incredibile per il nostro Pianeta, ma anziché essere protetti e preservati, vengono sterminati da una serie di attività dell’uomo quali lo sfruttamento per il consumo alimentare, il loro utilizzo in esperimenti di laboratorio, la vendita nel mercato degli animali domestici, la cattura e la rivendita per il settore dei parchi acquatici e degli zoo, vengono cacciati come per le balene e gli squali e molto altro ancora.

L’OIPA lavorando insieme alla coalizione avrà ora l’opportunità di contribuire a garantire maggiori diritti agli animali acquatici e migliorare il loro benessere.
Ricordiamo che il benessere di questi animali dipende anche dalla capacità dell’uomo di conservare gli oceani e gli ecosistemi ad essi correlati, trovando soluzioni e alternative all’impatto negativo della pesca eccessiva, dello sbiancamento dei coralli, dei cambiamenti climatici, dell’acidificazione degli oceani e dell’inquinamento dei mari.

Qualche settimana fa, a seguito degli input forniti dall’OIPA e dagli altri membri della coalizione, è stata presentata la proposta finale con modifiche alla nuova bozza di programma per i requisiti sul benessere dei pesci dell’Aquaculture Stewardship Council (ASC), principale sistema di certificazione per i prodotti ittici d’allevamento a livello mondiale.
L’obiettivo comune della coalizione è lavorare duramente per diminuire la sofferenza degli animali acquatici, la specie più sfruttata sulla Terra.

L’OIPA sta anche sostenendo la campagna #BanOctopusFarming per fermare l’allevamento intensivo dei polpi, che non soltanto è eticamente inconcepibile come qualsiasi altro tipo di allevamento, ma anche un grosso rischio a livello ambientale.