Sono state settimane molto intense le ultime trascorse dai volontari dell’OIPA di Ragusa, impegnati in tre istituti scolastici in cui sono stati ospitati per illustrare ai più giovani le attività dell’OIPA Italia sia a livello nazionale che sul territorio del ragusano, oltre che per portare all’attenzione degli alunni un problema molto sentito e che desta preoccupazione, ossia la correlazione fra maltrattamento di animali e bullismo. 

Liceo Vico-Umberto I-Gagliardi di Ragusa, con 40 ragazzi di 17 anni, Esfo Modica, Scuola superiore di Modica, con altri 22 giovani di 16 anni, e poi ancora, Istituto Comprensivo “F. Pappalardo” a Vittoria, con circa 270 bambini di età compresa tra i 6 e gli 8 anni, questa volta in due giornate distinte, visto l’elevato numero di alunni.

Sperimentazione animale, allevamenti intensivi, con invito a cambiare il proprio stile di vita verso una scelta veg, ruolo e funzione delle guardie zoofile OIPA, accudimento e regole di detenzione degli animali (inclusi i cani molossi, vista l’età dei ragazzi), sono stati gli argomenti principali trattati nelle scuole superiori.
Ma soprattutto, quello che la sezione OIPA di Ragusa ha cercato di mettere in primo piano, è stato il fenomeno del maltrattamento di animali in relazione al bullismo.

Leone

Bach

Un fenomeno di cui gli stessi Angeli blu di Ragusa sono stati testimoni, dal momento che nel corso degli anni hanno soccorso diversi animali rimasti vittime di sevizie e maltrattamenti da parte di minorenni, tra cui Leone, cucciolo a cui sono state mutilate le orecchie ad Acate (RG) e Bach, cagnolino seviziato e salvato in condizioni disperate da Riccardo Zingaro, delegato dell’OIPA di Ragusa, e che ora è il “testimonial” che porta sempre con sé in aula.

Con dati e statistiche alla mano, i volontari dell’OIPA hanno mostrato ai ragazzi che il 70% dei minori in carcere per gravi reati di maltrattamento sugli animali aveva già mostrato segni di aggressività fin dalla giovane età, aggressività che, come dimostrato da numerosi studi, sfocia in comportamenti violenti sulle persone.

Di altro tenore gli argomenti trattati in aula con i più piccini presso l’Istituto Pappalardo di Vittoria, dove, vista la giovanissima età, 6/8 anni, sono stati affrontati temi chiave come l’importanza di non chiedere un cucciolo come regalo di Natale, poiché occuparsi di un animale comporta tante responsabilità.
Grazie al supporto di Bach, la cui presenza in aula è sempre accolta in maniera entusiastica dai bambini, i volontari hanno mostrato concretamente la differenza tra un peluche e un animale vivo, dotato di esigenze, necessità, tempi e spazi da rispettare.

Tra i tantissimi temi toccati, i circhi con animali al seguito e la sofferenza degli animali in cattività, l’abbandono e la reclusione dei cani in canile, l’importanza della sterilizzazione e del microchip, cosa fare se si trova un animale vagante o ferito, e anche le modalità corrette di interazione con i cani.

Grazie alla guida dei volontari, i bambini hanno potuto imparare quanto sia importante chiedere il permesso al proprietario prima di accarezzare un animale, e tramite la disponibilità del piccolo Bach, hanno potuto riconoscere non solo le zone sensibili in cui i cani amano essere accarezzati, ma quanto sia fondamentale rispettare i suoi spazi, come il momento in cui un cane mangia o dorme.

Oltre all’importanza di rispettare l’ambiente in cui viviamo, a partire, ad esempio, dall’utilizzo della borraccia al posto delle bottigliette di plastica, e all’importanza di non gettare rifiuti per strada, sono stati trattati argomenti di inclusione attraverso video e attività pratiche.

In particolare, per mostrare quanto la diversità possa essere vista come un valore aggiunto, i volontari hanno bendato un bambino, illustrandogli concretamente che senza una guida si sbanda, ma con il giusto supporto, si riescono a superare tante piccole difficoltà.

Non solo. Gli Angeli blu hanno illustrato agli alunni il comportamento degli animali come un esempio positivo da seguire anche in classe.
Gli animali, infatti, non fanno distinzioni di sesso, colore della pelle o condizioni economiche e, nonostante piccoli conflitti iniziali che tendono a risolvere nel tempo, si aiutano a vicenda.
Un modello che anche noi “umani” dovremmo seguire per non lasciare indietro chi è diverso, creando comunità solidali e inclusive. 

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