Ancora una volta i daini della Pineta di Classe, in provincia di Ravenna, sono in pericolo. Proprio ora che inizia la stagione delle nascite, tra maggio e giugno, quando dopo una gravidanza di 8 mesi le femmine daranno alla luce i cuccioli, si preannuncia una vera e propria strage, un bagno di sangue che oltretutto avverrà proprio a ridosso delle spiagge, all’inizio della stagione balneare, dunque a rischio e pericolo anche della sicurezza pubblica.
Secondo quanto dichiarato durante il Tavolo Faunistico provinciale che si è riunito in Prefettura, a Ravenna, lo scorso 12 maggio, tavolo in cui erano presenti tutti gli enti istituzionali e le associazioni di categoria che verrebbero coinvolte nel “piano di controllo”, c’è un’“emergenza daini” che va risolta.
Come? Non certo con un progetto condiviso anche con i cittadini che hanno a cuore la sorte dei daini, né con le associazioni animaliste e ambientaliste del territorio che non sono state interpellate e che da anni chiedono di essere ascoltate, ma favorendo, come al solito, gli intessi delle associazioni degli agricoltori e del popolo delle doppiette, evidentemente non ancora sazio del sangue sparso durante tutto l’inverno.
Secondo quanto dichiarato durante il tavolo tecnico, gli ungulati sarebbero ancora una volta in sovrannumero, sulla base di un censimento che, peraltro, non è stato reso pubblico, causerebbero danni alle colture e rappresenterebbero un pericolo per la sicurezza stradale.
Peccato, però, che i dati forniti dalla stessa Regione Emilia Romagna minimizzino i danni alle coltivazioni e che di fronte alle richieste di realizzazione di attraversamenti verdi per la fauna selvatica, anche con utilizzo di fondi europei (progetto Life), la Regione non abbia mai provveduto a realizzarli, sostenendo che gli incidenti stradali sono esigui.
Ricordiamo, inoltre, che per i danni causati agli agricoltori dalla fauna selvatica la Regione già provvede erogando indennizzi e fondi e, oltretutto, a salvaguardia delle colture e della sicurezza stradale non ha mai messo in atto i metodi ecologici previsti dalla Legge n. 157/1992, come l’installazione di cartelli stradali segnaletici, di dispositivi di dissuasione quali i sensori luminosi e i dissuasori acustici, e adeguate recinzioni nei punti ad alta percorrenza.
Ancora una volta, a causa di mancati provvedimenti che potrebbero seriamente tutelare la fauna selvatica e al contempo garantire una corretta convivenza tra uomo e animali, l’intenzione è di favorire le lobbies venatorie, ingrassando le casse pubbliche grazie ai proventi garantiti dalle licenze di caccia e procedere con una vera e propria carneficina, che in questa stagione farà strage delle femmine di daino insieme ai loro piccoli, in periodo particolarmente delicato anche per la riproduzione dell’avifauna.
Una scelta priva di qualsiasi etica nei confronti degli animali, che disattende tutte le disposizioni di legge che prevedono l’attuazione in via prioritaria di metodi incruenti e che, per di più, non ha alcun fondamento scientifico né efficacia, perché come oramai attestato da numerosi studi scientifici, agli abbattimenti segue un moltiplicarsi di cucciolate.
Di fronte a questa annunciata strage l’OIPA, con la sezione locale di Ravenna, insieme a tutte le associazioni animaliste e ambientaliste del territorio (Animal Liberation; Clama Ravenna; Cruelty Free; Gruppo d’Intervento Giuridico; Italia Nostra Ravenna; LAC Emilia Romagna; Lega del Cane Bologna) invita i cittadini che hanno a cuore i diritti degli animali a partecipare ad una manifestazione di protesta per salvare i daini della Pineta di Classe del Parco del Delta del Po, indetta per sabato 28 maggio, dalle ore 13.00 alle 16.00, in viale del Lombardi, angolo via canale Pergami, a Lido di Classe.
Nel frattempo, possiamo far sentire la nostra voce protestando con un mailbombing, nel quale invitiamo tutti a boicottare le località balneari della zona, qualora si decidesse di imbracciare i fucili.
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