Un numero che si fa fatica anche solo a visualizzare: 92 mila pulcini. Tutti stipati in un camion. Tutti morti soffocati o bruciati vivi in un incendio scoppiato lunedì pomeriggio sulla Pedemontana Veneta. Il mezzo che trasportava i poveri animali ha preso fuoco mentre si dirigeva verso Treviso. Il conducente è riuscito a mettersi in salvo, ma i pulcini sono andati incontro a una morte tremenda e dolorosa, a causa delle fiamme e del fumo – quest’ultimo penetrato nel mezzo attraverso i condotti di ventilazione.
Ancora una volta, una strage di animali che si poteva evitare, ma anche una comunicazione da parte dei media profondamente sbagliata: informazioni sulle interruzioni alla viabilità, sui danni strutturali al mezzo, ma nessun accenno all’importanza delle migliaia di vite distrutte. Certo, 92mila è un numero imponente, che “fa notizia” e che è stato ben evidenziato da tutti, ma sempre senza un vero riferimento alla tragicità della perdita di esseri senzienti, individui unici che sono morti inutilmente, come effetto collaterale della pressante richiesta di carne e uova.
La verità è che non siamo abituati a vedere questi animali come esseri viventi. Sono numeri, merce, “carico” che viaggia stipato nei camion per essere destinato agli allevamenti o ai macelli. E se qualcosa va storto, se un incidente li uccide tutti in un colpo solo, la reazione è tiepida.
Come sempre, l’OIPA è dalla parte degli animali e condanna non solo lo sfruttamento e l’uccisione degli animali negli allevamenti, ma anche le condizioni in cui vengono trasportati. Il trasporto di animali vivi è una pratica crudele, che vede quantità sconvolgenti di animali stipati in camion diretti al macello o in altri allevamenti, sempre per soddisfare le richieste di un sistema alimentare che si basa sul consumo di carne e derivati animali.
Eppure, da sempre sosteniamo che un’alternativa a tutto questo è possibile: scegliendo un’alimentazione a base vegetale, ognuno di noi ha la possibilità di opporsi a queste pratiche. L’invito è di iniziare a considerare ogni animale non umano come “qualcuno”, e non come “qualcosa” da portare in tavola per abitudine, comodità o tradizione.
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