Comunicato stampa congiunto
20 luglio 2022
IN CONSIGLIO REGIONALE PIEMONTE DISCUSSIONE SUL CONTROLLO DEL CINGHIALE E PESTE SUINA AFRICANA
L’enorme diffusione del cinghiale è proprio conseguenza dell’attività venatoria con i cani, con la conseguente destrutturazione dei branchi, l’allontanamento dei cinghiali dalle aree vocate, la perdita del sincronismo dell’estro delle femmine, la formazione di nuovi branchi sulle aree agricole
Il Tavolo Animali & Ambiente costituito dalle associazioni ambientaliste e animaliste Enpa, Lav, Legambiente, Lida, Lipu, Oipa, Pan, Pro natura e Sos Gaia, a seguito del Consiglio regionale del Piemonte del 19 luglio manifesta la sua preoccupazione per la gestione della peste suina africana.
E’ stata ripresa in Consiglio regionale la proposta della Conferenza Stato-Regioni di estendere da 3 a 5 mesi la caccia in braccata al cinghiale.
L’enorme diffusione del cinghiale è proprio conseguenza dell’attività venatoria con i cani, con la conseguente destrutturazione dei branchi, l’allontanamento dei cinghiali dalle aree vocate, la perdita del sincronismo dell’estro delle femmine, la formazione di nuovi branchi sulle aree agricole.
La caccia al cinghiale determina l’allevamento del cinghiale allo stato brado a spese degli agricoltori. La Regione Piemonte ancora una volta ha anteposto l’interesse del mondo venatorio alla tutela dei coltivi e dell’ambiente naturale.
D’altra parte è noto che la diffusione del cinghiale è imputabile al mondo venatorio che non ha alcun interesse a ridurre la presenza di questi animali sul territorio.
Anche il sottosegretario alla Sanità Andrea Costa nel suo intervento ha sposato nell’occasione la causa dei cacciatori ignorando strategie utili ad affrontare positivamente il “problema cinghiali”.
Le associazioni ambientaliste e animaliste hanno proposto un approccio diverso, a partire dal divieto di attività venatorie con l’uso dei cani, l’esclusione dei cacciatori dalle attività di controllo, il potenziamento degli organici dei dipendenti di Città Metropolitana e Province, l’avvio di sperimentazione e di possibili azioni anticoncezionali con l’ormai disponibile Gonacon.
Siamo certi che le nostre proposte non verranno prese in considerazione viste le intenzioni del mondo venatorio e degli ambienti regionali di realizzare una “filiera della carne di cinghiale”, naturalmente a spese degli agricoltori.
Solo il Comitato amici degli ambienti rurali piemontesi (CoAARP) ha preso posizione contro l’utilizzo dei cacciatori chiedendo l’incremento delle guardie dipendenti dalle Province.
Il Tavolo Animali & Ambiente è preoccupato per questa situazione che non porterà di certo a soluzioni utili a risolvere il problema.