di Isabella Dalla Vecchia

In questo numero voglio proporre un viaggio virtuale in tutto il mondo presentado una breve descrizione di miti e leggende del gatto, sempre presente, prevalentemente compagno di varie divinità, fecondo, positivo e soprattutto immortale!


ITALIA
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Nell’impero Romano il gatto veniva raffigurato ai piedi della Statua della dea della Libertà. Stimato per la sua intelligenza nel catturare i topi, veniva rispettata la sua libertà, parte integrante della sua natura selvaggia.

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GRECIA

In Grecia il gatto era associato ad Artemide, dea lunare, della fertilità e patrona degli animali selvatici. Tutte caratteristiche che ritroviamo nel felino, sa infatti vedere al buio (i suoi occhi sono associati alla Luna), è molto fecondo e in Grecia non era addomesticato.

EGITTO

          

Il gatto in Egitto è un animale divino. La dea Bastet, una delle divinità più importanti, aveva le sembianze di una donna con la testa di gatta, protettrice della casa, dei gatti, delle donne, della fertilità e delle nascite.

ISLAM

E’ celebre la gatta Muezza di Maometto, che avrebbe tagliato la propria veste per non disturbarne il sonno. Secondo tradizione, Maometto l’avrebbe accarezzata tre volte sulla schiena, concedendo a lei e a tutti i gatti, la capacità di cadere sempre in piedi.

 

GERMANIA

Purtroppo in Germania, come in tutto il mondo cristiano, si diffonde l’inquisizione che ordina di catturare e processare presunte streghe e gatti. Qui viene scritto il Malleus Maleficarum, il manuale dell’inquisitore allo scopo di reprimere in Germania l’eresia, il paganesimo e la stregoneria.

 

SCANDINAVIA

Freya è la dea dell’amore, della seduzione, della fertilità, della guerra e delle virtù profetiche. Ogni giorno esce dal suo Palazzo viaggiando su un carro scintillante tirato da due gatti.

 

RUSSIA

La via Malaja Sadovaja (“piccolo giardino”), uno dei luoghi preferiti dell’imperatore Alessandro II, è ricca di piccole sculture di gatti sulle grondaie ai quali i turisti lanciano delle monetine. La sua particolarità è che sotto le lastre di granito sono presenti tubi di riscaldamento, pertanto d’inverno non gela mai. I gatti vanno sempre dove fa caldo!

 

INDIA

La dea della nascita Shasti cavalca un gatto che simboleggia la prolificità. Protegge le gravidanze, il parto e i bambini appena nati.
Tra gli idoli è possibile trovare statue di gatti asceti che indicano la beatitudine del mondo animale.

 

CINA

In Cina si pensava che i gatti avessero il potere di vedere gli spiriti maligni e farli fuggire, tanto che venivano poste sui muri esterni delle case statue di gatti in argilla con gli occhi spalancati.
Nel Li Ki o libro dei Riti (200 a.C.) è menzionato il dio gatto Li Shu invocato dagli agricoltori per tenere lontani i topi.

 

GIAPPONE

In Giappone il gatto porta fortuna al punto da “obbligare ogni casa e negozio a tenere il proprio “Maneki Neko”, una statua di un gatto con la zampa alzata che ricorda la leggenda di un importante antenato giapponese salvato proprio da un gatto che  con la zampa lo avrebbe avvisato di un pericolo

 

BIRMANIA

Secoli fa un monastero abitato da miti sacerdoti Kittah e dai loro gatti, venne attaccato dagli infedeli. I sacerdoti furono sterminati, ma i gatti subirono una trasformazione il loro mantello divenne del colore dorato, le zampe il muso e la bella coda divennero brune come la terra, e gli occhi splendenti zaffiri blu. Quando i monaci si riunirono per eleggere il successore del gran sacerdote tutti i gatti del monastero entrarono nella sala e scegliendo il successore dell’abate morto. I gatti erano infatti le reincarnazioni dei monaci Kittah morti nella battaglia contro i barbari.

 

THAILANDIA

Un tempo lontano un gatto, un topo e un cane coalizzandosi avrebbero tentato di rubare un cristallo da una nave cinese. Durante la fuga, il gatto e il topo annegarono diventando le due celebri isole Ko Nu e Ko MAEW (Mouse e Isola Cat), mentre il cane raggiungendo la spiaggia, divenne la collina di Khao Tang Kuan.

 

AMERICA

I gatti sono stati portati dai conquistatori spagnoli, i precolombiani sono sempre stati attratti dai felini, considerandoli sacri, come per il puma e il giaguaro.
La civiltà Mochica o Moche venerava il dio Ai Apaec, con zanne e baffi di un felino, molto simile al gatto: proteggeva gli agricoltori, i pescatori e i cacciatori oltre alla fertilità dell’uomo.
Nel Sud America la tribù Quechua venerava lo spirito Ccoa dalle sembianze di gatto, signore dei fulmini e delle tempeste.

 

IRLANDA

Un racconto epico descrive le imprese del re irlandese Cairpre o Carbar detto “Testa di gatto”. Alcune leggende irlandesi parlano di un’isola abitata da uomini con testa felina e da guerrieri che incutevano grande timore ai loro nemici, vestiti solitamente come gatti selvatici.
Una leggenda celtica narra delle avventure di Maeldune, figlio di una regina irlandese avrebbe affrondato un gatto custode di grandi ricchezze. Il gatto avrebbe avuto la meglio, facendo fuggire il principe con la sua truppa.

 

GALLES

La tradizione del folklore gallese parla di un Grande Gatto detto Cath Palug, conosciuto anche come “il gatto che afferra con gli artigli”. La leggenda narra che il gigantesco e mostruoso felino fu partorito dalla dea Cerridwen o Caridwen. Abbandonato dalla madre e gettato successivamente in mare dal guardiano dei porci il felino venne salvato dai figli di Palug e imprudentemente cresciuto e allevato nell’isola di Anglesey. In seguito il Cat Palug si rivelò essere un terribile mostro, causa di danno e rovina per tutti gli abitanti dell’isola.

 

SPAGNA

Grosso, prominente, scuro, questo è il gatto di Botero, statua barcellonese dall’aspetto veramente simpatico e non è possibile resistere alla tentazione di fargli una carezza.

 

FRANCIA

Il gatto certosino sarebbe stato portato dai Cavalieri Templari direttamente dalla Terrasanta che, innamorati della sua bellezza, lo avrebbero portato via come un tesoro prezioso. Prende il nome dai monasteri certosini, proprio perchè difeso e accudito dai monaci. Sembra che i Catari, il movimento eretico sterminato dalla Chiesa cattolica, derivasse proprio dal termine “katharòi – catus” che significa sia “gatto” che “puro”.