Mawa e la Dott.ssa Mariangela Ferrero durante il PME a Ngamba Island Chimpanzee Sanctuary, Uganda, 2013
Intervista alla Dott.ssa Mariangela Ferrero – di Margherita Settimo

 

La gorilla Chickaboo volle la maraca e la dottoressa Ferrero prese un tamburo: accaddero due minuti di ritmo, un tempo lunghissimo, un incontro nella musica che fu un cambiamento. Mawa scelse di dipingere invece, e tutti gli oggetti che la dottoressa gli portava, li disponeva, ad uno ad uno, nello spazio, con precisa attenzione. A suo modo la chiamava, durante gli attacchi di panico, voleva lei per poter stare meglio, e la ringraziava, ogni volta, ripulendola dal colore rimastole addosso, uno scambio di cure, dopo ogni sessione di lavoro. Mawa è uno scimpanzé che vive nel Ngamba Island Chimpanzee Sanctuary in Uganda, come Medina, una pittrice talentuosissima che era incapace di qualsiasi iniziativa: fu la prima paziente della Dottoressa e tornò a giocare pitturando. Disegnava quadri complessi, che cambiavano aspetto, ad ogni passo verso la liberazione.

Non credo ci sia una via possibile per non commuoversi se si prova a vedere, in immagini, ciò di cui ho scritto sopra: ci sono primati disfatti interiormente, bracconati in tenerissima età, incapaci di relazionarsi con i propri simili, privati di affetti e di casa; partono da zero in un santuario, e solo quelli fortunati. Si chiama PME (Play Picture Making Music Emotional Enrichment) l’intervento di arricchimento comportamentale per primati non umani, creato dalla psicoterapeuta Mariangela Ferrero, sopra citata, che grazie alle tecniche delle Terapie Espressive, riesce a lenire lo stress, il disagio e a sfocare i ricordi che le scimmie antropomorfe in cattività non riescono a lasciare indietro. “Per la prima volta si utilizzano strumenti prettamente psicoterapeutici per migliorare il benessere di animali non umani”, mi dice.

L’amore per gli animali che ha fin da bambina, il fatto che noi uomini condividiamo il 98,7% del DNA con gli scimpanzè e un’intuizione, hanno convinto la dottoressa ad applicare ai primati non umani in cattività i metodi terapeutici studiati per le persone. “Finora ho realizzato il PME con 16 scimpanzé, 2 gorilla e 3 oranghi in Uganda, Camerun e Indonesia”, specifica. Secondo lo psicanalista Franz Alexander un paziente può riparare traumi provocati da vissuti negativi attraverso nuove esperienze emotive concrete: è l’esperienza emozionale correttiva. L’intervento del terapeuta, non più basato esclusivamente su insight intellettuali, consiste nel fornire stimoli e strumenti che creino queste esperienze (F. Alexander, Psycoanalityc Therapy: Principles and Applications).

Da qui, da queste competenze, e dal lavoro intenso sul campo, di anni, la dottoressa creò il progetto: “Le similitudini tra loro e noi sono tantissime (in termini di consapevolezza, complessità delle relazioni sociali instaurate, hanno culture, personalità individuali, capacità articolate). Ho potuto vedere con i miei occhi come i gravi traumi di cui erano stati vittime avessero prodotto disturbi simili a quelli che sviluppiamo noi per cause analoghe e l’idea che le tecniche di cura potessero essere altrettanto analoghe l’ho avuta davvero molti anni fa”, racconta la dottoressa.


Medina e la Dott.ssa Mariangela Ferrero durante il PME a Ngamba Island Chimpanzee Sanctuary, Uganda, 2013

In passato le capacità pittoriche delle antropomorfe erano studiate al fine di associarne i risultati a quelle umane, ma ciò che cambiò la Dottoressa Ferrero con il suo PME fu il punto di vista ed il fine: non più talenti messi a servizio di ricerca o come passatempi, ma inclinazioni naturali sviluppate e stimolate per il benessere e la guarigione di disturbi post traumatici. In uno spazio ludico e di cura, la dottoressa permette al primate di scegliere ciò che preferisce: una maraca, come fece Chickaboo, appunto, o un pennello, come decise Mawa. Nel lasciare che l’animale sveli le proprie inclinazioni e ne faccia uso per esprimere, curandole, le proprie emozioni, si instaura così un legame di fiducia tra il paziente non umano e la dottoressa, che diventa, esso stesso, un fattore curativo. “Ho avuto risultati molto significativi in termini di miglioramento della fiducia in sè stessi, dell’integrazione in gruppo e delle competenze sociali, della gestione delle emozioni e degli impulsi, di riduzione dell’ansia, o anche “solo” nel contrastare le situazioni di noia e solitudine fornendo sollecitazioni più complesse e ricche, ma allo stesso tempo divertenti, rispetto ai più diffusi arricchimenti non specialistici” spiega bene la Ferrero nell’intervista che mi ha concesso.

“Mi dedico a rinforzare le parti sane e positive, fornendo loro dei materiali di volta in volta adatti alleloro esigenze: posso rispondere con un mio dipinto ad uno loro o suonando a mia volta, posso commentare il lavoro che viene eseguito, accogliere e sostenere le loro espressioni”, qualunque esse siano. E la relazione si approfondisce, si arricchisce, le metodologie diventano più complesse e l’animale sta meglio. Il lavoro è su più livelli (cognitivo, motorio, sensoriale, simbolico, emotivo): studi scientifici di neurofisiologia, biofisica ed epigenetica confermano che sono le relazioni e le emozioni i mezzi più potenti per riparare o guastare i processi di guarigione o di malattia del sistema nervoso e il DNA.

I mediatori artistici (arte, musica) impiegati per le persone si sono quindi rivelati estremamente utili anche nella relazione inter-specifica, animale umano-animale non umano, spiega la Ferrero.

Uno dei dipinti di Medina durante il PME a Ngamba Island Chimpanzee Sanctuary Uganda 2012.

Il PME avvalora quindi gli studi moderni sul comportamento animale che hanno ridotto al minimo l’elenco dei caratteri ritenuti esclusivi dell’uomo, confermando ancora una volta che tra noi e i cosiddetti animali le differenze appaiono oggi solo differenze di grado (Jared Diamond, Il terzo scimpanzé). Mentre il Jane Goodall Institute Italia, il più autorevole istituto in materia di primati e di progetti a loro tutela, con il quale la dottoressa collabora da anni, auspica che il PME venga introdotto nelle strutture italiane ed europee, la Ferrero sta pensando anche di sperimentare l’uso dell’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) come tecnica terapeutica per le antropomorfe: avvalendosi dei movimenti oculari e di stimolazioni alternate destro/sinistra, l’EMDR facilita il superamento di disturbi post traumatici e da stress.

Nelle cure dei Macaca sylvanus del CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) di Bernezzo (CN) sta già provandone qualche metodo, nell’attesa di verificarne tecniche ed esiti con i maggiori esperti a riguardo. Le chiedo allora ancora un esempio di riabilitazione e mi racconta di David, lo scimpanzé che le affidarono all’Ape Action Africa in Camerun. Bracconato da piccolo, visse per lungo tempo in una gabbietta all’interno di un hotel: era un’attrazione per turisti. Lo trovò che era terrorizzato. Non riusciva a farsi abbracciare, non riusciva a relazionarsi con i suoi conspecifici, si dondolava continuamente, nella tipica stereotipia da comportamento disadattivo. La dottoressa e David crearono la cura attraverso la musica: si divertivano con gli strumenti musicali, a modulare suoni ed emozioni, “anche suonando il pavimento e la mia schiena”, racconta.

Qui lo scimpanzé conobbe il contatto fisico, che poco alla volta, divenne più frequente, spontaneo, “Alla fine David mi saltava addosso e mi dava grandi baci e abbracci”. E riuscì a vivere con suoi coetanei e le stereotipie non ci furono quasi più. Anche i bimbi abbandonati in orfanotrofio si dondolano, per supplire a dolori che non sanno chiamare. Ma se trovano qualcuno che si prende cura di loro, al posto delle loro madri, possono sperare di ricominciare ad essere felici e a crescere (René Spitz, The first year of life). Questo fa Mariangela Ferrero ai primati: dà alla loro vita una seconda, meravigliosa possibilità.

 

1 La Dottoressa Mariangela Mia Ferrero è Dottoressa in Psicologia, con specializzazione in Psicoterapia individuale, di gruppo ed analisi istituzionale. www.ben-essere-scimmie.it