Avv. Claudia Taccani

Talvolta i nostri animali sono fonte di liti e dissidi con il vicinato che si trasformano in vere e proprie guerre quando il pomo della discordia è una colonia felina. Ma la legge cosa prevede?

Per colonia felina “intendiamo un gruppo di gatti che si sono spontaneamente stanziati in un determinato luogo” e quando questo luogo sono gli spazi comuni del condominio non tutti ne sono sempre contenti.

Nel nostro Paese vi sono diverse disposizioni normative sulla tutela dei gatti che vivono in libertà. La Legge nazionale n.281\91, legge prevenzione randagismo e tutela degli animali d’affezione, prevede “Il divieto, per chiunque, di maltrattare i gatti che vivono in libertà, che questi siano sterilizzati dall’autorità sanitaria competente e riammessi nel loro gruppo. I gatti in libertà possono essere soppressi soltanto se gravemente malati o incurabili. Gli enti e le associazioni protezioniste possono, d’intesa con le autorità sanitarie locali, avere in gestione le colonie di gatti che vivono in libertà, assicurandone la cura della salute e le condizioni di sopravvivenza”.
Questa legge nazionale viene a sua volta applicata da ogni singola Regione mediante proprie disposizioni che disciplinano il fenomeno del randagismo e la relativa gestione delle colonie: per esempio in Lombardia la legge regionale n. 33 del 2009 sulla tutela degli animali, prevede, che “I gatti che vivono in stato di libertà sono protetti ed è vietato maltrattarli o allontanarli dal loro habitat. Se il comune, d’intesa con l’ATS competente, accerta che l’allontanamento si rende inevitabile per la loro tutela o per gravi motivazioni sanitarie, individua altra idonea collocazione, nel rispetto delle norme igieniche. Si intende per habitat di colonia felina qualsiasi territorio o porzione di territorio nel quale vive stabilmente una colonia felina indipendente dal fatto che sia o meno accudita.”
Anche molti Regolamenti Comunali per il benessere degli animali disciplinano espressamente regole per la tutela della colonia felina prevedendo sanzioni pecuniarie in caso di violazione: la città di Roma, per esempio, dove sono presenti i famosi gatti romani, vero e proprio orgoglio per la Capitale, prevede “il riconoscimento dell’attività benemerita dei cittadini che come gattari/e si adoperano per la cura e il sostentamento dei gatti liberi e promuove periodici corsi di informazione in collaborazione con il servizio veterinario USL competente per territorio e le associazioni di volontariato animalista.”
La giurisprudenza si è espressa sul tema: famosa è la sentenza di un giudice milanese che ha riconosciuto il diritto di stabilimento di una colonia felina anche all’interno di un super condominio ritenendo che i gatti sono animali sociali che si muovono liberamente su un determinato territorio e, pur vivendo in libertà, sono stanziali e frequentano abitualmente lo stesso luogo pubblico o privato. Pertanto i felini che stazionano e/o vengono alimentati nelle zone condominiali non possono essere allontanati o catturati per nessun motivo, a meno che non si tratti di interventi sanitari o di soccorso motivati. La sentenza conferma pertanto che non vi è distinzione di zona, sia essa pubblica o privata, per lo stanziamento di una colonia, sempre garantendo anche gli interessi degli abitanti.

 

Divieto di sfamare randagi, è legale?

Molte ordinanze di divieto di somministrazione cibo a cani e gatti sono state dichiarate illegittime dai TAR – Tribunale Amministrativo Regionale – ma è sempre comunque doveroso garantire la pulizia e il decoro dei luoghi, pubblici o privati, dove viene somministrato cibo ai randagi, per tutelare gli animali e rispettare le esigenze altrui.

 

Come far riconoscere una colonia felina?

Per registrare una colonia e provvedere alla sterilizzazione, oltre che cura dei gatti bisognosi, è possibile rivolgere specifica domanda scritta al Sindaco e al dipartimento veterinario pubblico, al fine di ottenere la tutela che la legge garantisce.
Sul sito www.oipa.org, sezione sportello legale, “lettere tipo”, è possibile scaricare e utilizzare fac simili di lettere predisposte per fronteggiare a casi particolari.

 

E per i gatti di proprietà, ci sono diritti e doveri?

Il Codice Civile prevede espressamente che un regolamento condominiale non possa vietare la detenzione di animali, tra i quali rientra ovviamente il gatto.
È però doveroso prestare attenzione alle parti comuni, evitando di non lasciare incustodito il gatto (come ogni altro animale) per evitare che possa, involontariamente, combinare qualche guaio.