Miliardi di animali vengono uccisi ogni anno a scopo alimentare, ma seppur sempre più consapevoli dei danni ambientali causati dall’allevamento intensivo, più invece di cambiare abitudini alimentari, non soltanto per motivi etici ma anche per cercare di salvare quello che ormai resta del nostro pianeta, dei nostri animali e della nostra salute, l’uomo è in grado di trovare nuove modi per distruggere ulteriormente l’ambiente e causare sofferenza ad altre specie viventi.
L’acquacoltura intensiva è diventata parte del sistema alimentare globale già nella seconda metà del XX secolo ed è oggi una delle industrie alimentari in più rapida crescita. Circa 550 diverse specie di animali marini vengono allevati in cattività in 190 paesi, costituendo la metà del mercato dei prodotti ittici in molti paesi industrializzati.
Come tutti gli allevamenti intensivi, anche quello ittico desta preoccupazione a livello ambientale e di benessere animale. I pesci tenuti in cattività sviluppano tratti che non presentano in natura, ad esempio tendono a diventare più aggressivi, subiscono più stress, soffrono di lesioni croniche e contraggono più malattie.
Gli impatti ambientali dell’acquacoltura includono l’inquinamento da azoto e fosforo rilasciati dalle feci e dalla decomposizione del cibo; la contaminazione da fertilizzanti, alghicidi, erbicidi e disinfettanti; l’uso eccessivo di antibiotici; la riproduzione e la trasmissione di malattie tra pesci sfuggiti dalla cattività e varietà selvatiche, la perdita dell’habitat naturale e la distruzione dell’ecosistema.
A peggiorare il quadro, vi è la nuova tendenza a voler diffondere gli allevamenti intensivi di polpi. L’azienda spagnola Nueva Pescanova ha investito più di €65 milioni di euro per costruire il primo allevamento intensivo al mondo a scopo commerciale nel porto di Las Palmas a Gran Canaria e i cui piani agghiaccianti sono stati resi noti lo scorso marzo. Sulla scia del profitto, anche un’alta azienda spagnola sta pensando di entrare nel mercato, così come l’Università Autonoma del Messico nello Yucatan sta portando avanti una ricerca per replicare l’intero processo riproduttivo e il ciclo di vita del polpo per creare sistemi di produzione intensiva in cattività.
Una notizia preoccupante non soltanto a livello etico, ma una grave minaccia per il benessere animale, l’ambiente e la nostra stessa salute.
POLPI, ANIMALI SPECIALI
I polpi si distinguono tra gli invertebrati per la loro complessa anatomia e la loro complessità cognitiva e comportamentale. Sono davvero straordinari, dotati di notevole intelligenza e sensibilità, hanno personalità carismatiche, curiose ed esplorative. Sono in grado di risolvere problemi conservando una memoria a lungo termine della soluzione, imitano l’ambiente circostante mimetizzandosi in pochi secondi, superano in astuzia i predatori, riconoscono gli esseri umani differenziando anche ciascun individuo, attuano comportamenti giocosi e cacciano in cooperazione con i pesci, effettuando lunghi viaggi di foraggiamento e utilizzando punti di riferimento per navigare lungo il percorso. Sono classificati come cefalopodi e dotati di tre cuori.
I polpi sono animali senzienti, capaci di provare dolore e sofferenza, come confermato dai neuroscienziati nella “Dichiarazione di Cambridge sulla coscienza” del 2012 che li individuano come il primo invertebrato capace di esperienza cosciente.
Sono animali solitari e fragili, abbiamo quindi l’imperativo morale di proteggerli e trattarli con grande rispetto.
Esistono circa 300 specie di polpi, delle quali più di 100 vengono catturate in natura a scopo alimentare.
IL LATO OSCURO DELL’ALLEVAMENTO
I piani svelati a marzo da Nuova Pescanova sul primo allevamento intensivo di polpi hanno destato notevoli preoccupazioni, non soltanto da parte di associazioni ambientaliste e animaliste, ma anche dagli stessi scienziati. Stando a quando presentato nei documenti si tratterà di un edificio a due piani nel porto di Las Palmas a Gran Canaria con circa 1.000 vasche comuni per poter raccogliere un milione di polpi ogni anno. Una bomba ad orologeria, con gravi rischi per l’ambiente, per la salute dell’uomo e degli animali.
NON È ETICO
Il piano prevede di confinare questi animali di natura solitaria e con capacità cognitive straordinarie, in condizioni affollate e con luce costante, ospitando 10-15 polpi per metro cubo di spazio della vasca. Il metodo disumano di uccisione consiste nell’immersione dei polpi ancora coscienti in una sospensione di ghiaccio (-3°C), provocando loro una morte lenta e dolorosa.
Allevarli e farli riprodurre in cattività senza alcuno stimolo cognitivo e negare a questi animali la libertà di svolgere comportamenti naturali è pura crudeltà. Il loro sistema nervoso decentralizzato e la conformazione del corpo permette loro di percepire il mondo circostante in un modo dinamico e in continua evoluzione, che sarebbe molto limitato in un ambiente ristretto.
Inoltre, la loro preferenza per la solitudine porterebbe a un aumento dello stress e alla potenziale aggressività l’uno con l’altro e fenomeni di cannibalismo, se tenuti ammassati.
CONSEGUENZE AMBIENTALI
Un sistema alimentare non sostenibile, come lo sono tutti gli allevamenti intensivi, è risaputo causare degrado ambientale, peggioramento della crisi climatica e danneggiamento di interi ecosistemi.
Solo per citare alcune conseguenze, essendo i polpi carnivori e avendo bisogno di proteine animali nella loro dieta per sopravvivere, enormi quantità di stock ittico dovranno essere utilizzate per nutrire i polpi in cattività.
Il rapporto di conversione di un polpo è di circa 3:1, quindi il peso del mangime da sostenere per un polpo è circa 3 volte il suo peso. Per ogni polpo di 3kg allevato, si dovranno uccidere 9 kg di pesce. Ciò ridurrà considerevolmente la presenza ittica nei nostri mari e danneggerà notevolmente l’ecosistema marino. Per non parlare dei rifiuti di azoto e fosforo che saranno prodotti dagli allevamenti di polpi, così come la contaminazione da fertilizzanti, alghicidi, erbicidi e disinfettanti che finiranno nei nostri mari.
Questa tipologia di allevamento intensivo pone gravi rischi per la salute dell’uomo e di altri animali. I polpi possono soffrire fino a 20 diverse patologie, tra cui il vibrio cholerae, che causa la malattia del colera negli esseri umani. I polpi tenuti in cattività possono inoltre sviluppare con più facilità infezioni. Inoltre malattie di esemplari sfuggiti dalle vasche potrebbero facilmente diffondersi dagli allevamenti agli animali acquatici che vivono in ambiente selvatico, provocando un vero disastro.
COSA STA FACENDO L’OIPA?
L’OIPA come membro dell’Aquatic Animals Alliance (AAA), coalizione che raggruppa circa 120 organizzazioni mondiali, sta sostenendo la campagna #BANOCTOPUSFARMING che mira a perseguire un divieto legislativo sull’allevamento intensivo di polpi in diversi paesi e assicurarsi che a nessuna azienda vengano concessi i permessi per la partenza della produzione.
Inoltre, la coalizione si impegna a richiede ai rivenditori di evitare l’acquisto di polpi provenienti da allevamenti e lavora con gli enti certificatori per richiedere che l’allevamento intensivo di polpi non diventi una pratica certificata.
Di recente la coalizione ha inviato una lettera indirizzata all’Università Autonoma del Messico esortandola a fermare la ricerca incentrata sulla riproduzione del polpo in cattività spostando l’attenzione su progetti più sostenibili. La coalizione ha anche inviato una lettera al Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) che ha finanziato il progetto.
CHE COSA PUOI FARE?
Amplia le tue conoscenze su questo straordinario animale e approfondisci gli effetti nocivi dell’allevamento intensivo, inizia a cambiare le tue abitudini alimentari (se non lo hai ancora fatto!) e supporta la campagna #BanOctopusFarming come sta facendo l’OIPA aderendo alle azioni già attive dei membri della coalizione.
FIRMA LA PETIZIONE PER CHIEDERE ALLE AUTORITA’ SPAGNOLE DI FERMARE LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO DI NUEVA PESCANOVA: https://www.drove.com/campaign/6202d5ca01cf365ea19492a3
INVIA LA MAIL PER RICHIEDERE ALLE AUTORITA’ DELLA GRAN CANARIE DI FERMARE L’ALLEVAMENTO INTENSIVO DI POLPI: https://plantbasedtreaty.org/octopus/
FIRMA LA PETIZIONE CONTRO L’ALLEVAMENTO DI POLPI IN MESSICO: https://www.change.org/p/profepa-mx-semarnat-mx-nogranjasdepulpos-no-a-la-granjas-intensivas-de-pulpos-en-m%C3%A9xico