L’OIPA International ha iniziato già dalla scorsa estate una campagna di sensibilizzazione per rendere pubblico il trattamento riservato ai cani e ai gatti randagi di Dubai. Sono state redatte lettere indirizzate alle autorità per proporre soluzioni alternative alla gestione del randagismo locale, ed è stata lanciata una petizione internazionale che ha raggiunto ormai più di 17.000 firme, ma la situazione sfortunatamente non sembra migliorare.
Le istituzioni locali e quelle internazionali sembrano non preoccuparsi, voltandosi dall’altra parte invece che assumersi le proprie responsabilità e implementare soluzioni etiche volte a controllare il fenomeno del randagismo che continua a crescere proprio per l’aumento degli abbandoni e della mancanza di sterilizzazioni.
Il modo in cui i randagi vengono trattati a Dubai, così come nel resto degli Emirati Arabi, è sempre stato inumano e crudele, ma la situazione è peggiorata in vista dell’Expo 2020, che si terrà da ottobre 2021 a marzo 2022.
Le istituzioni locali hanno deciso di “ripulire le strade” a spese degli animali, per mostrare al resto del mondo l’efficienza, il lusso e il benessere della città. I randagi non sono visti come essere senzienti, ma una minaccia per la sicurezza, la salute pubblica e il benessere della comunità.
Le strade di Dubai sono piene di gatti randagi abbandonati, feriti, malati e molte femmine incinte, ma la municipalità, invece di aiutarli, paga società di disinfestazione per farli sparire. Questi animali non sono considerati essere viventi che meritano rispetto e una vita dignitosa, ma semplicemente un problema da eliminare.
Cani e gatti sono brutalmente uccisi: chi non muore avvelenato, viene catturato e abbandonato nel deserto senza cibo, acqua e in grande sofferenza. Un considerevole numero di randagi, ma anche di animali di proprietà trovati per strada, sono scomparsi e nessuno ha più saputo che fine abbiano fatto.
A tutt’oggi, sia a residenti che turisti non è permesso dar da mangiare a questi animali ed è vietato assicurargli le cure mediche di cui hanno bisogno. In molte aree residenziali ci sono ancora circolari che proibiscono di dare cibo e acqua ai randagi e coloro trovati a farlo rischiano multe severe e di essere segnalati alle autorità rischiando addirittura il carcere. Il divieto riguarda anche gruppi animalisti e associazioni che non sono più autorizzate a prendersi cura dei randagi, poiché i loro permessi sono stati revocati.
Fortunatamente ci sono ancora persone che come Fawaz non si fermano davanti a nulla e continuano ad alimentare e prendersi cura di centinaia di gatti che vivono per le strade di Dubai.
Come si può voltare le spalle ai tanti randagi magri, malati e abbandonati che implorano un po’ di cibo ad ogni angolo e che spesso per sopravvivere devono ricevere immediate cure mediche perché feriti gravemente?
In una città dalle mille risorse e dalle grandi disponibilità economiche, basterebbe allocare qualche fondo per creare un piano di recupero, sterilizzazione, vaccinazione e cura di questi animali dimenticati, anche con il supporto e con l’esperienza delle associazioni animaliste locali, e promuovere un programma educativo per i cittadini volto a incoraggiare l’importanza delle adozioni consapevoli, della sterilizzazione e dei trattamenti veterinari utili sul lungo termine a ridurre il fenomeno dell’abbandono e del randagismo.
Continua a supportarci nella nostra battaglia e aiutare i randagi di Dubai.
Firma la petizione se ancora non lo hai fatto https://www.oipa.org/international/petition-dubai/ o sostieni la campagna.
COME AIUTARE I RANDAGI DI DUBAI
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