Dopo due mesi di lavoro torniamo ad aggiornarvi sulla storia di Devis, un cane unico, come tanti.
Abbiamo lasciato il nostro protagonista a quattro zampe alle prese con nuove esperienze e nuove amicizie, ormai in possesso degli strumenti per non percepire più le persone come minacce grazie al percorso tracciato da Simone Dalla Valle.

L’ostacolo principale che Devis ha dovuto affrontare negli ultimi mesi è stata la gestione della sua emotività nell’affrontare situazioni e ambienti nuovi: il suo forte stato ansioso non gli permetteva infatti di elaborare in nuovi stimoli e di raggiungere uno stato di calma e serenità. Anche una semplice passeggiata in città, diventava quindi fonte di grande disagio. Simone Dalla Valle ha chiesto quindi la consulenza di un medico veterinario comportamentista, la dott.ssa Elena Garoni, che ha valutato come indirizzare la rieducazione per dare a Devis la capacità di affrontare il mondo senza essere attanagliato dall’ansia.

Devis ha fatto grandi progressi e al momento l’unico ostacolo che si interpone tra lui e la felicità totale che merita è il canile. Per migliorare ancora, Devis ha infatti bisogno di una casa. Grazie a tutte le persone che hanno lavorato con passione per aiutarlo, ora è un cane nuovo che aspetta solo di essere scoperto e di essere accompagnato per mano nell’ultima fase del suo percorso dalla sua nuova famiglia.

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Approfondimento al video a cura della dott.ssa Elena Garoni, medico veterinario comportamentalista:

Non è facile fare il veterinario comportamentalista all’interno di un canile. Il tipo di accoglienza che riceviamo si riparte fra la speranza dell’avverarsi di un miracolo e il disprezzo verso qualunque tipo di pur cauto suggerimento. Quando poi ci dobbiamo inserire in un contesto già denso di colleghi veterinari, educatori e istruttori il quadro si complica e si addensa di vendette e manie di protagonismo. Portati dalla disperazione, pur di lasciare un segno siamo attanagliati dall’esigenza di dire qualcosa, di fare qualcosa, di dare qualcosa che non sia già stato considerato.
Ma Devis è un ragazzo fortunato, l’avrete notato, e dicendolo davvero non aggiungo niente di nuovo, e faccio onore al classico e ingrato ruolo di comportamentalista.

Simone Dalla Valle mi ha narrato la sua storia ancora prima che entrasse in canile e poi mi ha descritto il lavoro che è stato intrapreso, il suo entusiasmo per i progressi e la sua frustrazione per le difficoltà. Alessandra Ferrari mi ha fatto partecipe degli intenti culturali del progetto dell’OIPA con la determinazione di chi sa di essere nel giusto. Così, entrambi hanno spazzato via i miei timori e la mia residua mania di persecuzione. Mi hanno ricordato di essere un istruttore cinofilo e di quanto adori stare in canile.

Ho conosciuto Devis all’inizio di febbraio, che impazziva d’amore per Simone. Ho avuto la possibilità di osservarlo all’interno del box, e poi fuori, al guinzaglio in tutto il canile, negli spazi chiusi e negli spazi aperti. Insieme, siamo usciti in macchina e abbiamo passeggiato con Devis al guinzaglio in una strada tranquilla, a contatto prudente con persone e altri cani. Ho potuto osservare le sue reazioni al contatto, all’invito al gioco e alle richieste.

Devis lecca convulsamente le sbarre del suo box quando non riesce a raggiungere la soddisfazione di un suo desiderio; non riesce a trovare uno stato di calma in uno spazio chiuso che non sia questo suo box, e fuori al guinzaglio si aggira vocalizzando, preoccupato, senza riuscire a esercitare le sue motivazioni perlustrative e sociali, in un continuo stato di frustrazione. Non ha alcuna intenzione assertiva verso le persone e i cani estranei e riesce a tratti a rivolgersi a Simone per le conferme visive.

Affermo qui che non credo così tanto nelle diagnosi nosologiche: dare un nome preciso ai disturbi del comportamento è spesso fuorviante, e limita il lavoro di riabilitazione, chiudendolo in dinamiche ripetitive. Con i cani ricoverati in canile ritengo più utile cercare cosa li faccia stare bene, e comprendere quando questo benessere diventi tanto irraggiungibile da scaturire in comportamenti anomali.

Quando l’ho conosciuto, Devis presentava molte difficoltà, che si erano già ridotte in questi mesi di lavoro e di sostegno, ma che impedivano ancora di pensare all’affido che tutti i cani meritano.
Le sue difficoltà originano dalla sua infanzia e dalle dinamiche scriteriate del suo affido. Devis non ha avuto la possibilità di strutturare le sue emozioni, di costituire un sostegno alle sue motivazioni. E’ prigioniero delle fluttuazioni di arousal che non gli permettono di riportare alla memoria ciò che pazientemente gli è stato insegnato.

In quelle condizioni, se non cercavamo di sbarrare le porte all’ansia, rischiavamo di impedire le condizioni di apprendimento, dilatando i tempi della riabilitazione. Da qui la decisione che mi ha portato a prescrivere un farmaco. Questo farmaco, un ansiolitico, aveva il compito di aprire nuovi percorsi emotivi, permettendogli di imparare delle modalità diverse di affrontare il mondo.

Nella terapia sono state coinvolte tutte le persone che stanno aiutando Devis: gli operatori del canile che devono assicurare la regolarità della somministrazione, i volontari che sorvegliano le sue condizioni quotidiane, Simone Dalla Valle che monitora i cambiamenti della riabilitazione, il veterinario comportamentalista che controlla gli effetti positivi e gli eventuali effetti collaterali.
Non ci aspettavamo dei cambiamenti clamorosi e istantanei: i farmaci necessitano di tempo per erodere l’ansia: Il lavoro di equipe, in questo caso, è un tesoro da preservare e se possibile da arricchire.

Devis è stato di nuovo fortunato: Elena, una volontaria a cui Simone ha dato delle competenze per una corretta gestione di Devis, si è aggiunta al gruppo di lavoro. E’ stato un evento importante nel processo di riabilitazione, perché ci ha permesso di verificare la disponibilità di Devis di allargare la fiducia ad altre persone, oltre al suo amato Simone. Inoltre, Elena ha potuto assicurare una notevole e preziosa continuità di lavoro con Devis permettendoci di valutare meglio le prospettive.

Grazie a tutto questo, ad oggi pensiamo che Devis abbia raggiunto dei risultati straordinari, ma che un ulteriore progresso sia impedito dalle sue condizioni di vita. Il canile, con il suo carico imprescindibile di stress, non permette a Devis di esprimere tutte le sue potenzialità.

Per questo motivo, riteniamo che sia giunto il momento di pensare a un affido. Stiamo dunque cercando una famiglia adatta, in un ambiente favorevole e disponibile a seguire la terza parte del processo di riabilitazione.

Pensiamo che soltanto nel mondo reale Devis potrà concederci di conoscere altri aspetti della sua personalità, di comprenderlo e di aiutarlo a essere un cane felice.

N.B: Le richieste di adozione per Devis verranno valutate da Simone Dalla Valle. Gli adottanti dovranno essere disponibili a proseguire il percorso di Devis con l’affiancamento di un professionista individuato da Simone.
Per candidarsi inviare un’e-mail all’indirizzo alessandra.ferrari@oipa.org. Non verranno prese in considerazioni candidature pervenute attraverso altri canali.