Eccoci a parlarvi nuovamente del protagonista del nostro progetto, il piccolo grande Devis.
Il nuovo aggiornamento della sua storia mostra Devis mentre conosce nuove persone e impara a percepirle non come una minaccia, ma come nuovi amici con i quali vivere emozioni positive.
Visti i notevoli progressi fatti, Devis può iniziare a conoscere il mondo fuori dai cancelli del canile e inizia quindi a fare le prime esperienze in ambienti nuovi come la campagna circostante e la città.
Tuttavia, l’ansia generalizzata e la scarsa capacità di controllo della frustrazione non permettono a Devis di rilassarsi ed elaborare con serenità i nuovi stimoli: il nuovo obiettivo sarà quindi dargli gli strumenti per superare questo disagio.
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Approfondimento al video a cura di Simone Dalla Valle:
“Nell’ultimo aggiornamento vi avevo spiegato come Devis avesse bisogno di acquisire delle competenze che gli permettessero di fidarsi non solo di me, ma anche del mondo che lo circonderà una volta uscito dal canile.
Dopo aver lavorato sull’accreditamento e sulla conoscenza di oggetti e strutture con cui interagire, ho deciso quindi di allargare il ventaglio delle sue conoscenze, coinvolgendo nel lavoro alcuni volontari e operatori del canile che si sono resi disponibili e a cui, ancora una volta, va il nostro ringraziamento. Devis ha così conosciuto Gabriella, la volontaria che si occupa del settore in cui è ospitato e che dopo qualche incontro ha guadagnato la sua fiducia permettendole di liberarlo quotidianamente nell’area di sgambo di fronte ai box. Anche questa è un’altra piccola ma importante conquista utile non solo al nostro percorso, ma anche al benessere di Devis. In un secondo momento gli ho fatto conoscere l’operatore Felice, soggetto maschile, di alta statura con cappello e occhiali e per questo decisamente più ostico. Nel video è percepibile il diverso approccio di Devis nei suoi confronti, sicuramente più insicuro e sospettoso. Ancora una volta, però, Devis dimostra di preferire di gran lunga un comportamento evitativo (torna vicino a me) piuttosto che uno assertivo (l’abbaio o addirittura l’attacco) e questo mi conforta.
Dovendo lavorare sull’incontro con l’uomo decido di chiedere l’aiuto di un educatore e così ecco coinvolto Max Cibelli. Devis si dimostra sin da subito più fiducioso al punto che Max riesce a portare a termine una bella sessione di lavoro, per cui non posso che ringraziarlo augurandomi, ancora una volta, che tutto ciò sia uno stimolo per ottenere una presenza sempre più massiccia e disinteressata degli educatori cinofili nei canili.
In seguito a questi episodi Devis incontra diverse persone, anche sconosciute, e con tutte dimostra di non temere più gli avvicinamenti al punto che in alcune occasione è lui stesso a cercare il contatto.
Ma visto che il canile ospita tanti cani le sue esperienze coinvolgono anche i suoi simili, conosciuti tramite una rete (si ringrazia Ringo per la sua saggia presenza!) o direttamente (Devis è stato più volte libero con diversi cuccioli di età compresa fra i 2 e i 5 mesi).
A fronte di queste novità positive decido che è arrivato il momento di “testare” Devis in un ambiente nuovo, la città. Così cominciamo ad affrontare la salita e la permanenza in auto, visto che nella sua esperienza passata questo strumento è stato sempre associato a viaggi poco piacevoli o di durata eccessiva (la prima volta che è salito in auto è stato per spostarsi da Roma a Pavia!).
Scelgo di iniziare da uno spazio molto ampio, per cui parcheggiamo vicino ad un giardinetto pubblico attraversato da ampie stradine e confinante con una strada scarsamente trafficata.
Purtroppo però ci aspetta un duro colpo: nonostante si sia dimostrato a suo agio durante il viaggio (durato non più di 5 minuti), Devis scende visibilmente agitato e dopo pochi passi i suoi livelli di ansia sono davvero alti: una muscolatura rigida e movimenti scattosi senza una meta caratterizzano tutta la passeggiata (10 minuti), durante la quale ansima ed emette continui abbai misti a lamenti. Un atteggiamento simile a quanto aveva mostrato alcune volte durante la permanenza in spazi chiusi quali l’area ristoro e l’ufficio del canile.
Nonostante tutto però Devis non ha mai avuto un atteggiamento difensivo né assertivo nei confronti delle persone incrociate e questo a testimonianza che il lavoro svolto in canile sta comunque dando i suoi frutti.
Ora l’obiettivo è capire l’origine di questa ansia generalizzata e, di conseguenza, come poterlo aiutare a superarla. Considerato il suo passato non escludo, infatti, che Devis sia stato vittima di una privazione sensoriale, ovvero di una patologia comportamentale che si sviluppa quando un cane non svolge una corretta socializzazione con l’ambiente durante il periodo critico che va dai 2 ai 4/5 mesi di vita. Questo fenomeno causa nel cane un’insicurezza nei confronti di tutto ciò che non conosce proporzionale non solo alla durata del periodo di mancata socializzazione, ma anche alla quantità di stimoli sconosciuti. Se a questo aggiungiamo la scarsa capacità di controllare la frustrazione di cui vi parlavo la volta scorsa, attribuile a un distacco precoce dalla madre ed esacerbata dalla ex-proprietaria, l’atteggiamento mostrato in passeggiata è giustificabile e rappresenta senza dubbio il nostro prossimo obiettivo lavorativo. Tutto ciò, fintanto che non mi vede, non avviene però nel box il che mi fa ben sperare che questo comportamento si alimenti con l’aspettativa (e la derivante frustrazione) rispetto a qualcosa da fare, piuttosto che con la conclamata incapacità ad affrontare ciò che non si conosce tipica dei soggetti che non svolgono
una corretta socializzazione.
Insomma il nostro cammino è nuovamente in salita, ma Devis continua a dimostrare di volerlo percorre e per di più senza più entrare in conflitto con le persone e con buona parte dei cani che vi incontra strada facendo.”