Progetto "Io salvo un randagio"
Facciamo "rete" intorno agli animali randagi: anche loro hanno diritto a cure, cibo e assistenza sanitaria.Cucciolate buttate nei cassonetti dell’immondizia o in aperta campagna, abbandoni di cani e gatti malati, spesso molto anziani, recuperi di animali gravemente feriti, segnalazioni di cani e gatti rifiutati anche per i motivi più banali.
Quante volte vi sarete chiesti il perché di questo mare di sofferenza? Per chi ha a cuore gli animali e sente vicino il loro dolore è impossibile non porsi delle domande, così come è impossibile stare fermi, poiché non si può rimanere impassibili di fronte alla fame, alla malattia, alla debolezza di animali che avrebbero tutto il diritto di essere assistiti e in qualche modo ognuno di noi si mobilita come può: c’è chi lo fa in prima persona e chi aiutando a distanza.
Se è fondamentale chiedere il rispetto di quelle poche leggi esistenti a tutela degli animali, purtroppo sappiamo bene che gli animali randagi sono spesso trascurati dalle istituzioni e se da un lato è giusto e doveroso pretendere il rispetto delle norme dalle autorità competenti, dall’altro i randagi non possono certo aspettare i tempi della burocrazia.
La fame, la sete, l’impellenza di lenire un dolore fisico sono bisogni primari da soddisfare che si scontrano troppo spesso con la lentezza e l’inerzia delle istituzioni. Ma chi si confronta ogni giorno con le necessità urgenti degli animali bisognosi non può perdere tempo: bisogna agire subito, soprattutto quando si ha a che fare con vite sofferenti, vittime di situazioni d’incuria o provenienti da ambienti degradati, animali che il più delle volte richiedono cure e assistenza continue nel tempo.
Non è affatto facile per i volontari misurarsi ogni giorno con situazioni del genere e si tratta di impegnare tempo, risorse e grandi energie, sia fisiche che mentali. Ognuno di loro, inoltre, si trova ad affrontare problematiche diverse, più o meno difficoltose, a seconda del territorio in cui si trova a operare.
Se da un lato, infatti, nel Nord Italia il fenomeno più arduo cui far fronte è il randagismo felino, nel Centro e Sud Italia al randagismo felino si aggiunge anche quello canino, un problema serio, molto complesso da affrontare, e che talvolta, per la mancanza d’interesse e collaborazione da parte degli organi competenti, non accenna affatto a diminuire, ricevendo attenzione mediatica solo quando “ci scappa il morto”.
Tante sono le Amministrazioni inadempienti che, interpellate dalle delegazioni dell’OIPA, minimizzano il problema o fingono di non vedere, il più delle volte attribuendo il mancato intervento alla scarsità di fondi.
Se nel Centro e Sud Italia la latitanza di istituzioni quali Comuni e Asl è molto frequente, a esclusione di qualche esempio virtuoso, nel Nord Italia la collaborazione con le associazioni di volontariato che si occupano di tutela degli animali è certamente maggiore, ma ancora troppe volte legata alla presenza di funzionari sensibili al tema, più che a una prassi pianificata e consolidata.
Spesso accade che anche nel Nord Italia per quei pochi servizi minimi garantiti dalla ASL veterinaria, come la sterilizzazione dei gatti randagi, non si possa aspettare settimane e settimane prima di operare una gatta di strada che durante il periodo riproduttivo rischia di partorire una cucciolata dietro l’altra, con gravi conseguenze per la sua salute e quella dei cuccioli.
In questo scenario, dove gli animali sono considerati ancora all’ultimo gradino di un sistema in cui la collaborazione tra associazioni e istituzioni è frammentaria e avviata nella gran parte dei casi solo su proposta delle associazioni, il peso delle cure degli animali soccorsi ricade dunque quasi esclusivamente sulle spalle dei volontari. È questo un onere che diventa a lungo andare insostenibile, soprattutto laddove la piaga del randagismo è ancora un fenomeno inarrestabile.
Ecco allora che abbiamo avviato il progetto Io salvo un randagio per fare rete e creare azioni condivise verso gli obiettivi comuni che animano i volontari dell’OIPA e i tanti amici e sostenitori della nostra associazione. Ancora una volta, se vogliamo far valere dei diritti inascoltati, bisogna farsi promotori d’iniziative che partano dal basso, di idee e progetti che possano continuare a sensibilizzare e smuovere le coscienze.
Obiettivo del progetto è sostenere concretamente i volontari per garantire la sopravvivenza a tanti cani e gatti randagi con un pasto quotidiano, per tutelare la loro salute prevenendo le nascite ed eventuali malattie infettive e tumorali con la sterilizzazione, per assicurare la basilare profilassi sanitaria (vaccino, sverminazione, antiparassitari) qualora questi servizi essenziali non vengano garantiti dalle Asl veterinarie.
Anche grazie al vostro aiuto nel 2020 l’OIPA ha dato in adozione 3.586 animali, ne ha soccorsi e curati 3.672 e ha raccolto 31.290 chili di cibo, sia secco sia umido.
Ma con il progetto Io salvo un randagio possiamo fare molto di più per i randagi di cui nessuno si prende cura. Facendo rete intorno a loro possiamo garantire in modo molto concreto la soddisfazione dei loro bisogni primari, il diritto al cibo e all’assistenza sanitaria di base, diritti che nessuno dovrebbe negare loro e che, invece, non sono mai tutelati e garantiti a sufficienza.
Immaginate quanto i volontari – potendo contare su fondi sufficienti – possano essere di supporto in tutti i casi in cui non siano le Asl veterinarie a garantire questi interventi per la tutela dei cani e dei gatti randagi. Una situazione che, purtroppo, si verifica molto frequentemente. Tanto per fare qualche cifra che renda l’idea di quanto costi far fronte alle emergenze, per la sterilizzazione di un cane la spesa varia dai 150 ai 300 euro circa, a seconda della taglia, quello di un gatto dagli 80 ai 130 euro circa, e a questi costi vanno aggiunti quelli relativi alle analisi prima dell’intervento. Chi invece è spesso alle prese con le cucciolate private delle cure materne poi, deve sobbarcarsi non solo il costo del latte per il periodo dell’allattamento artificiale, ma anche le spese dell’alimentazione durante lo svezzamento, così come quello dell’iter di profilassi sanitaria previsto per i cuccioli (vaccini, sverminazione, antiparassitari e microchip). Infine, ci sono i pasti quotidiani, quelli da garantire ogni giorno a chi segue i randagi sul territorio: tantissime bocche da sfamare che aspettano con ansia l’arrivo degli Angeli blu dell’OIPA. Per loro non ci sono mense dedicate, come quelle per gli umani, per loro non ci sono buoni né sovvenzioni di alcun genere: per i cani e i gatti che hanno fame ci siamo solo noi.
Con il progetto Io salvo un randagio ognuno di noi può contribuire e fare la propria parte, dando un aiuto concreto per soddisfare i bisogni più urgenti di tanti animali che hanno la sfortuna di nascere randagi.
COME SOSTENERE IL PROGETTO “IO SALVO UN RANDAGIO”
CONTO CORRENTE POSTALE
Compila un bollettino postale inserendo l’importo e la causale “Offerta – Io salvo un randagio” su c/c n. 43035203 intestato a: OIPA Italia
BONIFICO BANCARIO
Effettua un bonifico con l’importo sul conto corrente n. 43035203 banco posta Codice IBAN: IT28P0760101600000043035203
BIC/SWIFT (solo se si effettua un bonifico estero) BPPIITRRXXX con la causale “Offerta – Io salvo un randagio”