A PASQUA SALVA UNA VITA. E GIÀ CHE CI SEI SALVALA SEMPRE

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A PASQUA SALVA UNA VITA. E GIÀ CHE CI SEI SALVALA SEMPRE

Festeggiamo la Pasqua poiché è sinonimo di salvezza, di rinascita. Per i cristiani simboleggia la resurrezione di Cristo, rappresentato dall’agnello, e per chi non è credente simboleggia la rinascita della Natura: non a caso nella ricorrenza si regalano le uova, simbolo della nascita.
L’uovo e l’agnello, simboli della Pasqua, sono entrambi legati al concetto di ritorno alla vita. Ma quale inno alla vita porta con sé una tradizione che uccide dei cuccioli ad appena 20 – 30 giorni dalla nascita?
Mentre i nostri cuccioli crescono, a quelli di un’altra specie animale s’impedisce di farlo, uccidendoli con crudeltà. Le loro urla, ancora quasi dei vagiti, sono soffocate nel sangue.
Chiunque dovrebbe ritenere inconcepibile uccidere dei cuccioli. Si tratta di un istinto innato, ma che tendiamo a reprimere quando si tratta di animali. Perché? Perché ci hanno insegnato a essere indifferenti, perché “è la tradizione”, perché “lo fanno tutti”.
Ma se quello che “fanno tutti” vuole giustificare la violenza, autorizzare la barbarie e ci fa chiudere gli occhi di fronte alle peggiori ingiustizie, bisogna avere il coraggio di dire “NO: io non ci sto”.
A Pasqua salva una vita. E già che ci sei, salvala sempre, non solo a Pasqua

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