Comunicato  stampa
30  ottobre 2020

 

CORONAVIRUS. IL LOCKDOWN IN FRANCIA BLOCCA LA CACCIA. OIPA: «UN ESEMPIO DA SEGUIRE. OCCORRE UNA PREVISIONE ESPLICITA CHE BLOCCHI LE DOPPIETTE ED EVITARE AZIONI LEGISLATIVE REGIONALI IN SPREGIO ALL’EMERGENZA SANITARIA»

 

Comparotto: «Durante il lockdown totale abbiamo assistito all’emanazione, in alcune Regioni, di provvedimenti a favore della caccia contro le limitazioni previste a tutela della salute pubblica»

 

La Francia, un esempio da seguire. Con l’entrata in vigore del lockdown, in Francia sono sospese tutte le forme di caccia fino al primo dicembre. Lo ha annunciato su Facebook il presidente della Federazione francese della caccia, Willy Schraen.

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) auspica che nei prossimi provvedimenti del Governo volti a contenere la crescente diffusione del Covid-19 sia prevista esplicitamente anche qui in Italia la sospensione di tutte le attività venatorie, previsione non espressamente contemplata sinora nei Dpcm antipandemia.

«Chiediamo al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di fermare le doppiette in questo grave scenario sanitario tenuto conto, inoltre, che la fauna selvatica quest’anno ha molto sofferto per i tanti incendi che l’hanno decimata», dichiara il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Durante il lockdown totale della scorsa primavera abbiamo assistito all’emanazione, in alcune Regioni, di provvedimenti a favore della caccia, a partire dalle leggine incostituzionali fino alle autorizzazioni per l’attuazione di piani di controllo della fauna, che consentirono ai cacciatori-selecontrollori di uscire sul territorio in totale disprezzo dei provvedimenti restrittivi emanati dal Governo».

Nella preoccupante emergenza sanitaria che stiamo vivendo, l’Oipa chiede dunque al presidente Conte di prevedere il blocco esplicito delle attività venatorie, così da evitare le solite stragi e anche i prevedibili ricorsi amministrativi delle associazioni per la tutela degli animali nel caso si ripetano azioni legislative regionali in spregio alle limitazioni previste dal Governo per contenere la pandemia. È chiaro che la caccia si debba intendere come esclusa da quelle attività autorizzate in quanto non differibili.

 

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