Sembra essere senza freno la voglia di sparare – ed uccidere – dei cacciatori: né siccità estiva, né i tragici incendi che sono divampati recentemente, né il parere dell’ISPRA (Istituito Superiore Protezione Ambientale) di sospensione della caccia… nulla sembra voler (e poter) fermare questa mania assassina.
Questa volta, neanche la presenza di umani e cani che passeggiano sembra aver scalfito gli interessi dei cacciatori: stiamo parlando della scelta dell’Ente Parco San Bartolo, vastissimo parco della provincia di Pesaro Urbino, il quale, in collaborazione con l’U.R.C.A. (Unione Regionale Cacciatori dell’Appennino) ha “aperto le porte” del parco ai cacciatori che, appostati con le carabine, possono in tutta tranquillità attuare una “eradicazione” (leggi strage) delle famiglie di cinghiali.
Una decisione presa in sordina, iniziata nel 2015, e che continuerà fino al dicembre 2018: solo la presenza di cacciatori armati in zone abitualmente frequentate da famiglie, con cani e bambini, ha allarmato qualche giorno fa i cittadini che, preoccupati, hanno informato le associazioni animaliste ed ambientaliste del territorio.
Una decisione alquanto inquietante, quella dell’ente del parco, soprattutto per la decisione di aprire una zona di caccia in un’area naturale protetta, nel quale sussiste il “primario divieto di esercitare all’interno del Parco, le attività di cattura, uccisione, danneggiamento e disturbo della fauna selvatica”.
Un divieto che viene meno solo in un solo caso, quello in cui alcune gravi situazioni distruggono e turbano in modo irreversibile gli “equilibri ecologici”. È forse questo il caso? Le famiglie di cinghiali distruggono davvero le zone protette del parco?
Una bella domanda, a cui semplicemente, il parco risponde a modo suo: senza nessun tipo di relazioni scientifica e senza addurre prove certe, viene lanciato un allarme relativo ai cinghiali, grazie al “disinteressato” censimento fatto proprio dai cacciatori dell’U.R.C.A., in cui si parla di circa una quarantina di esemplari da uccidere. Cinghiali incolpati di un “possibile aumento del rischio di incidenti stradali” o di recare danno “alle qualità estetiche e paesaggistiche” del parco e di “poter” fare danno alle coltivazioni: mancano però dati scientifici che mostrano come effettivamente i cinghiali stiano turbando gli equilibri ecologici del parco, l’unica ragione che, per legge, renderebbe necessario un intervento.
Ma se fosse così, di che intervento si sta parlando? Sicuramente, non la caccia di selezione: il parere dell’ISPRA infatti privilegia i vari metodi ecologici ed incruenti, quali recinzioni elettriche, dissuasori e foraggiamento dissuasivo, i quali risultano essere effettivamente efficaci, a contrario invece della caccia la quale, lungi dall’essere una soluzione effettiva, potrebbe addirittura una causa dell’aumento dei cinghiali.
L’ente parco quindi, senza accertarsi del danno ecologico dei cinghiali, senza aver provato alcun metodo ecologico ed incruento, senza curarsi dell’incendio che nel mese di agosto ha colpito il parco, ha deciso di appostare le “guardie ambientali” vicino ai punti di abbeveraggio per fare fuori i cinghiali; e non contenti, autorizzando un ampliamento dell’orario e dei giorni della settimana, oltre che l’uso di dispositivi per la visione notturna per sterminare gli intrusi.
Per questi motivi, l’OIPA e le Guardie Zoofile OIPA di Pesaro Urbino, in collaborazione con le associazioni ANPANA (sez. di Pesaro Urbino), ARCA DI NOE’ (Urbino), LIPU (sez. Pesaro e Urbino), ANIMALIA, ARA MICIS, MELAMPO ONLUS, ENPA (sez. di Pesaro e Urbino) e LA LUPUS IN FABULA esortano l’Ente Parco San Bartolo a provvedere all’immediata sospensione della caccia ai cinghiali, ed a intraprendere con le stesse associazioni una collaborazione per valutare le soluzioni da attuare per il contenimento della popolazione del cinghiale all’interno del Parco.
Aiutaci anche tu a fermare questa ennesima strage di innocenti: manda anche tu la mail di protesta!
INVIA LA MAIL DI PROTESTA
Questa protesta verrà mandata a questi indirizzi:
direzionesanbartolo@provincia.ps.it; amministrativo@parcosanbartolo.it; comunicazione@parcosanbartolo.it; presidente@regione.marche.it; pesaro@italianostra.org; segreteria.presidenza@isprambiente.it; bio-dir@isprambiente.it;
Testo della mail:
Gentili signori,
con la presente esortano l’Ente Parco San Bartolo a provvedere all’immediata sospensione della caccia ai cinghiali in detto parco, una decisione inaccettabile, oltre che per ragioni etiche, presa senza compiere accertamenti certificati del danno ecologico dei cinghiali, senza aver provato alcun metodo ecologico ed incruento, senza curarsi dell’incendio che nel mese di agosto ha colpito il parco.
Esortiamo inoltre a intraprendere con le stesse e con le associazioni ambientaliste ed animaliste locali, una collaborazione per valutare le soluzioni da attuare per il contenimento della popolazione del cinghiale all’interno del Parco.
Basta agli animali in palio