Un esemplare di squalo Mako, lungo circa quattro metri e classificato come specie a rischio di estinzione, è stato ucciso quattro giorni fa nel golfo di Catania.
I pescatori sostengono che l’animale fosse già morto quando hanno issato il ciangolo del loro peschereccio, ma i dubbi restano, soprattutto dopo aver visionato i video pubblicati. Oltretutto, lo squalo era stato avvistato nei giorni precedenti, ma nessuno ha fatto intervenire per tempo chi avrebbe potuto salvaguardarlo.
Senza alcun ritegno, è stato poi issato con un argano e lasciato ciondolare in aria da una parte all’altra, per poi essere tirato e sbattuto sulla banchina del porticciolo di Ognina (CT).
Il corpo esanime dell’animale è stato circondato dai pescatori che, deridendolo e sbeffeggiandolo, se ne sono serviti come ‘trofeo della giornata’ per scattare selfie e girare video da pubblicare sui social. Persone che non hanno il minimo rispetto per la vita e per la salvaguardia degli animali e dell’ambiente dove loro stessi vivono.

L’OIPA Italia sta valutando di procedere in sede giudiziaria al fine di accertare i fatti e l’eventuale sussistenza di una responsabilità penale di quanto accaduto.