Quando ci si trova davanti a pipistrelli in difficoltà, siano essi feriti, disorientati o cuccioli caduti alle madri, è fondamentale tenere presente che  sono animali selvatici rigorosamente protetti dalla legge, la quale ne vieta la detenzione. Nel caso in cui si trovi un individuo in difficoltà, questo va liberato nel suo ambiente appena guarisce. Qualora ci si trovi sprovvisti di un centro di recupero di fauna selvatica cui rivolgersi, proprio come a Catania e provincia, allora bisogna rimboccarsi le maniche, informarsi http://www.tutelapipistrelli.it/  e attrezzarsi per aiutare questi piccoli mammiferi volatili, possibilmente avvalendosi dei consigli di un esperto, proprio come hanno fatto i volontari dell’OIPA di Catania, che ai primi di luglio, sono stati allertati per un piccolo pipistrello ritrovato a terra da una coppia di ragazzi.

Se Vladino, così è stato battezzato, fosse stato riposto sull’albero sotto il quale è stato trovato, come suggerito da una sedicente esperta di passaggio, di certo sarebbe morto entro poche ore. I pipistrelli neonati vivono aggrappati all’ addome della loro mamma e capita spesso che cadano giù, incapaci di reggersi. Se la mamma realizza di aver perso il cucciolo, scende in picchiata a riprenderlo anche grazie ai richiami che il piccolo emette. In caso contrario, ahimè, per i neonati non c’è molto da fare. A meno che non siano fortunati come Vladino.

Preso in carico il 3 Luglio, Vladino non aveva che pochi giorni, al massimo una settimana, quando è stato ritrovato ed, infatti, è da circa 10 giorni che sono comparsi i suoi primi dentini, poiché la dentizione nei pipistrelli inizia proprio tra la terza e la quarta settimana di vita. Come tutti i piccoli di mammifero, Vladino necessitava di essere allattato e quindi muniti di latte di capra, i volontari dell’OIPA l’hanno allattato ogni 4 ore, ma in maniera del tutto particolare, non certo con il biberon o la siringa. Sì, perché i pipistrellini ciucciano il latte da lembi di spugnetta imbevuti: non è possibile utilizzare le siringhe perché si rischia di esagerare con le quantità e sono talmente piccoli che nemmeno riuscirebbero a bere il latte somministrato in questo modo. E, ovviamente, dopo la pappa va stimolato con tanti solletichini sul pancino per aiutarlo a fare i suoi bisogni, proprio come un cucciolo di cane e gatto.

Con tanta pazienza ed estrema attenzione, Vladino è stato allattato fino alla scorsa settimana e a poco a poco i volontari hanno iniziato con lo svezzamento: dall’alimentazione liquida è passato a quella solida in maniera graduale e adesso si ciba di camole della farina.

Non è semplice gestire creature così delicate ma, superata la fase critica dell’allattamento, Vladino ha già buone possibilità di sopravvivenza, ora non resta che continuare ad alimentarlo e accudirlo così che possa crescere ed essere liberato in volo il prima possibile.