Ancora una volta, quando si tratta di dare concessioni alle “doppiette”, l’eccezione diventa la regola: in deroga alla legge 157 del 1992, che prevede l’inizio della caccia la terza domenica di settembre, in tutte le altre regioni italiane, ad esclusione di Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto, da oggi 2 settembre, i cacciatori saranno di nuovo liberi di abbattere anticipatamente tante specie animali, anche quelle a rischio di conservazione, come la tortora selvatica, una concessione ottenuta nonostante il parere negativo dell’Ispra, del Ministero dell’Ambiente italiano e in contravvenzione alle richieste internazionali di moratoria, che espone l’Italia anche al rischio di una procedura di infrazione europea.

Uno sterminio anticipato che interesserà anche quelle aree geografiche dove la fauna selvatica è stata già gravemente decimata a causa degli incendi che hanno devastato il territorio, come in Sicilia, dove anche il WWF lancia l’allarme, perché il calendario venatorio autorizzato sarà un massacro per migliaia di specie selvatiche. Tra le 12 specie cacciabili, oltre alla tortora selvatica, anche gazza, ghiandaia, cornacchia grigia, cornacchia nera, colombaccio, merlo, alzavola, beccaccino, marzaiola, quaglia e germano reale.

Oltre che nel Veneto, il ricorso al TAR è stato vinto dalle associazioni animaliste anche in Toscana, ma la Regione ha poi precisato che la preapertura in deroga per tortore e storni è ancora in vigore. La Giunta, infatti, ha approvato una delibera che, rifacendosi alla decisione dei giudici amministrativi, ha stabilito che il numero di tortore prelevabili sia di 5 per giornata e per ciascun cacciatore, nel rispetto del limite stagionale di 20 capi stabiliti nel calendario venatorio regionale.