Comunicato stampa
24 marzo 2025
L’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (OIPA) ha denunciato un caso gravissimo di soppressione non necessitata di due cani maremmani – sani, giovani e regolarmente vaccinati – avvenuta in violazione della legge. Il proprietario degli animali e il veterinario che ha eseguito l’eutanasia sono attualmente indagati per il reato di uccisione di animali, ai sensi dell’articolo 544-bis del codice penale che punisce chiunque uccida un animale senza necessità o per crudeltà.
Per quanto noto alla sezione dell’OIPA di Bolzano, i due animali non erano mai stati protagonisti di aggressioni nei confronti di persone ed erano conosciuti tanto per la loro maestosità, quanto per la loro indole estremamente tranquilla. “Secondo la normativa vigente, si può procedere all’eutanasia solo in caso di malattia incurabile o di comprovata pericolosità dell’animale, quest’ultima valutata esclusivamente da un veterinario comportamentalista del Servizio Pubblico e non vi siano altre alternative di gestione. – afferma l’avv. Claudia Taccani, responsabile Ufficio Legale OIPA e Portavoce del Presidente – Abbattere un animale sano configura un illecito e l’OIPA si è subito attivata affinché venga fatta giustizia”.
La Procura aveva inizialmente richiesto l’archiviazione del caso, ma l’Avv. Monica Morisi – anche delegata dell’OIPA di Bolzano – ha presentato opposizione, ritenendo che vi siano elementi sufficienti per proseguire l’azione penale. La scorsa settimana, il caso è stato discusso in udienza davanti al GIP di Bolzano, il quale si è riservato sulla decisione. L’OIPA ha chiesto l’imputazione coatta o in subordine di proseguire con ulteriori indagini.
La difesa sostiene che i cani fossero ingestibili e inclini alla fuga, ma l’OIPA ribadisce con fermezza che, ammesso che quanto affermato sia vero, questo non può in ogni caso giustificare l’eutanasia. Eliminare un animale perché ritenuto “scomodo” nella gestione è per l’OIPA inaccettabile e contrario alla legge.
L’OIPA continuerà a seguire il caso affinché venga fatta piena luce sulla vicenda e simili episodi non si ripetano, auspicando anche in una rigida presa di posizione deontologica da parte dell’Ordine dei Veterinari.
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