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Nonostante le continue proteste degli animalisti contro gli stermini di massa di cani a Baku e nel resto dell’Azerbaijan, continuano le uccisioni a tappeto ad opera delle autorità governative e del personale di Toplan, centro nato per la sterilizzazione dei cani randagi ma ben presto convertitosi in vero e proprio luogo di tortura e morte. Una volta catturati ed entrati a Toplan, dei cani non si riesce ad avere più notizia.
Nonostante la normativa interna e gli impegni presi a livello internazionale lo vietino, il budget messo a disposizione dal governo per contrastare il randagismo canino viene ormai quasi dichiaratamente utilizzato per finanziare le uccisioni: colpi di fucile e avvelenamenti rappresentano infatti la quotidianità. I cani vengono uccisi giorno e notte, anche nelle vie centrali e davanti agli occhi di bambini e passanti. Inoltre, il governo rifiuta la collaborazione di volontari e associazioni animaliste locali, che vorrebbero contribuire ad una gestione della questione secondo metodi umani, premurandosi invece di tenerli ben lontani da Toplan e da altri centri di detenzione di animali, che vengono addirittura sorvegliati da pattuglie armate.
Un video che sta sconvolgendo l’opinione pubblica del paese immortala un funzionario del Dipartimento di igiene e raccolta rifiuti che spara con un fucile contro un cane randagio che gli si era avvicinato pensando che gli si stesse offrendo cibo. Al funzionario è stata poi inflitta una sanzione amministrativa, tra l’altro mai pagata data la sua complicità con municipio e sindaco di Sumgait, la città in cui è avvenuto il fatto. Atti criminali come questo si ripetono ogni giorno. Nonostante l’esistenza di leggi che vietano il maltrattamento e l’uccisione di animali domestici, la quasi totalità delle istituzioni locali e nazionali adotta l’uccisione dei randagi come metodo per porre fine al randagismo canino. Metodo che oltre ad essere crudele è anche completamente inefficace all’obiettivo della riduzione della popolazione di cani, come dimostrato da diverse esperienze in ogni parte del mondo. La sterilizzazione è l’unica soluzione efficace ed umana, ma in Azerbaijan la crudeltà si mischia ad una grande confusione. Anche i cani già sterilizzati dalle ASL e reimmessi sul territorio vengono uccisi, comportando così anche un enorme spreco di risorse economiche.
L’Azerbaijan si è forse dimenticato di aver firmato nel 2007 la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, con cui si impegnava, nel caso di sovrappopolamento canino, ad “adottare le misure legislative e/o amministrative necessarie a ridurre tale numero con metodi che non causino dolori, sofferenze o angosce che potrebbero essere evitate” ed a “ridurre la riproduzione non pianificata dei cani e dei gatti col promuovere la loro sterilizzazione”.
OIPA Azerbaijan ha lanciato una raccolta firme per pretendere che le autorità del Paese affrontino il problema del randagismo senza altro spargimento di sangue.
In particolare chiediamo al Ministro degli Affari Esteri ed al Primo Ministro di:
– creare una commissione ad hoc per avviare un’indagine sulle attività di Toplan con la collaborazione delle associazioni di protezione animali, allo scopo di facilitare l’ingresso di volontari e giornalisti all’interno del centro;
– implementare un programma CNVR ad ampio raggio (cattura, sterilizzazione, vaccinazione, reimmissione sul territorio);
– rafforzare la legge sulla protezione degli animali e prevedere pene severe per chi è responsabile dell’uccisione di cani;
– sostituire lo staff di Toplan, violento verso gli animali, con personale preparato e sensibile alle loro necessità;
– per ogni cane che entra in canile, produrre un suo profilo con foto, indirizzo della cattura, trattamenti medici eseguiti, data e luogo della sua reimmissione sul territorio. Tali informazioni devono essere pubblicate su un sito ufficiale e consultabili da chiunque;
– predisporre dispenser, cucce e ripari nei pressi dei principali branchi;
– fermare immediatamente le campagne di demonizzazione dei cani promosse da Toplan al fine di generare la paura tra i cittadini e giustificare azioni brutali;
– bloccare l’ingresso nel paese di cani destinati alla vendita e non sterilizzati.
Firma anche tu la petizione: https://www.oipa.org/international/azerbaijan-petition/