Un dramma collettivo di proporzioni epiche. Le immagini che nelle ultime settimane hanno rimbalzato dall’Australia in tutto il mondo sono via via peggiorate, fino a diventare in questi giorni la testimonianza di uno scenario infernale. Si stima la morte di un miliardo di animali, 28 persone, migliaia di sfollati, innumerevoli acri di boschi distrutti, fumo visibile da chilometri. Ancora una volta, dietro ad una delle peggiori catastrofi ambientali degli ultimi anni, c’è la mano dell’uomo: piromani e cambiamenti climatici.
Grazie a movimenti come “Friday for future”, il monito a preservare il pianeta, l’unica casa che abbiamo, riecheggia ovunque da tempo. Evidentemente però i danni visti fino ad ora non sono stati un deterrente sufficiente a causare un’inversione di rotta. Oggi tutto il mondo sta osservando un’intera azione che sta bruciando viva. Esiste davvero qualcosa che fa più paura?
Da ottobre, gli incendi in Australia hanno interessato oltre 6 milioni di ettari in New South Wales, Victoria, South Australia e Queensland, bruciando una superficie superiore rispetto agli incendi in Amazzonia ed in California del 2019. Gli incendi si stanno propagando simultaneamente, ma l’estate non terminerà fino alla fine di febbraio, quindi potrebbero intensificarsi. Circa il 30% delle foreste nel New South Wales sono andate bruciate, ma si potrebbe raggiungere il 50%. Gli incendi sono piuttosto comuni durante l’estate e l’autunno ed il caldo secco aumenta la probabilità che si verifichino. La stagione degli incendi (bushfire season) del 2019-2020 è stata particolarmente intensa rispetto alle precedenti a causa dell’estrema siccità e delle elevatissime temperature. Ventotto persone hanno perso la vita insieme ad almeno 480 milioni di animali.
Gli incendi boschivi possono essere scatenati da cause naturali, come i fulmini, ma solitamente si propagano a causa dell’uomo, sia per via accidentale sia per via dolosa. Ad oggi, 24 persone sono state accusate di aver dolosamente appiccato dei fuochi. Nonostante il problema dei piromani in Australia sia importante, le prove scientifiche evidenziano come il cambiamento climatico stia rendendo la stagione degli incendi più lunga e più intensa.
Il clima australiano è diventato più caldo di oltre un grado Celsius nell’ultimo secolo, causando un aumento in ondate di calore e siccità. Secondo l’Agenzia Meteorologica Australiana il 2019 è stato l’anno più caldo mai registrato. Queste condizioni rendono la vegetazione bassa si inaridisce e facilitano il propagarsi dei fuochi. Inoltre, la media delle precipitazioni è diminuita di un terzo. Siccome i periodi di siccità diventano più lunghi e più intensi, anche la vegetazione più alta diventa secca ed il fuoco può bruciare per un tempo più lungo mentre viene diffuso dal vento. Le fiamme possono raggiungere decine di metri di altezza ed una velocità di 10 km/h.
Il Professor Chris Dickman dell’Università di Sidney ha stimato che oltre 480 milioni di animali sono morti nel New South Wales. Questo numero include mammiferi, uccelli e rettili, ma esclude insetti, pipistrelli e rane. Molti di questi animali sono stati direttamente uccisi dalle fiamme, mentre altri sono morti a causa della riduzione del cibo e dei ripari o perché predati. Animali più piccoli e poco mobili, come i koala, non riescono a fuggire ed il loro habitat è distrutto per sempre. Ottomila koala sono rimasti uccisi. Le fiamme minacciano anche piante rare che vivono sono in Australia, come la Wollemia (Wollemia nobilis). I siti di nidificazione dell’uccello Anthochaera phrygia sono andati distrutti e la specie potrebbe essere funzionalmente estinta. Milioni di altri animali saranno uccisi e molte specie endemiche diverranno a rischio di estinzione, mentre anche quelle più comuni potrebbero diventare vulnerabili.
Il fumo creato dal fuoco degli incendi è pericoloso per la salute e contribuisce ad aumentare le emissioni di CO2 nell’atmosfera, intensificando la crisi climatica. Il governo australiano è stato fortemente criticato per la sua mancanza di presa di posizioni forti per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Il Primo Ministro australiano è riluttante nel collegare le emissioni del paese agli incendi e, mentre si trovava in visita in una città devastata dagli incendi, è stato insultato dai residenti arrabbiati.
La crisi australiana ci ricorda che il cambiamento climatico è reale ed i nostri livelli di produzione e consumo ne sono la causa. In futuro, moti altri ecosistemi, habitat, animali e persone saranno colpiti.