In occasione dell’audizione informale in Senato sull’Atto 337 “Affare sui danni causati all’agricoltura dall’eccessiva presenza della fauna selvatica”, l’OIPA Italia ha espresso il proprio parere. Le principali linee proposte alla Commissione Agricoltura e Produzione Agroalimentare partono da dati comprovati (relazioni ISPRA, normativa vigente, destinazioni di fondi pubblici europei, documenti della PAT) che testimoniano il fallimento di alcune decisioni politiche che si faticano a superare (o a sostituire) per esclusivi interessi di parte ottusi ed accentratori.
L’attività venatoria, chiamata in causa perché preposta a controllare il numero della fauna selvatica attraverso abbattimenti, è da tempo contraddittoria: perché non dà risultati (anzi li aggrava) e perché è un paravento comodo per quelle inadempienze che sovente gli enti pubblici tentano di nascondere. Si tratta di mancati rimborsi, sostegno alla pastorizia e agli allevatori disatteso, limitate applicazioni preventive, metodi incruenti ed ecologici non incentivati.
L’OIPA Italia non solo ricorda che gli animali sono esseri senzienti da rispettare e da non uccidere in nessun caso, ma consiglia di intraprendere politiche di convivenza uomo/animale nella profonda consapevolezza scientifica ed etica che soltanto un mondo rispettoso del suo ambiente e della sua biodiversità può prevenire fatali errori da cui non si potrà più tornare indietro.