Il 20 luglio 2024 si celebra la prima Giornata Mondiale per la Difesa degli Animali Liminali, ideata dall’associazione francese PAZ – Paris Animaux Zoopolis, per promuovere una convivenza pacifica con gli animali che condividono con noi il tessuto urbano.

COSA SONO GLI ANIMALI LIMINALI?

scoiattolo Sono tutti quegli animali, selvatici e non addomesticabili, che vivono in libertà nello spazio urbano insieme a noi: piccioni, ratti, ricci, conigli e lepri, cigni, passeri, corvi, scoiattoli, etc.
Animali che sono presenti nelle nostre città poiché il loro habitat è stato profondamente alterato dall’urbanizzazione e dal nostro stile di vita e non hanno altro posto in cui andare.

COME VENGONO VISTI?

cornacchia

Purtroppo gli animali liminali vengono spesso disprezzati. Sono considerati un fastidio, un problema da estirpare anche con l’utilizzo di metodi di uccisione cruenti.
Non vengono visti come esseri senzienti che hanno diritti e bisogno di protezione e con cui possiamo imparare a convivere pacificamente condividendo con loro lo spazio vitale che noi stessi abbiamo loro sottratto.

COSA POSSIAMO FARE PER AIUTARLI?

MIGLIORARE LA LORO VITA

  • Non sostenere e utilizzare metodi letali e cruenti per il contenimento della loro popolazione. Sono ormai disponibili alternative etiche e maggiormente efficaci volte a mantenere la presenza di questi animali sul territorio senza causare loro dolore, sofferenza e morte
  • Lasciare a disposizione uno spazio adeguato anche creando zone protette o strutture abitative idonee nelle aree in cui vivono
  • Le politiche pubbliche devono garantire protezione a questi animali, preservare il loro habitat, allestire spazi opportuni per i loro bisogni e assicurare l’accesso a un’alimentazione adeguata e cure appropriate

 

MODIFICARE LA NOSTRA PERCEZIONE

  • Dobbiamo cambiare la considerazione che abbiamo di questi animali, vittime dei nostri pregiudizi e della nostra mancanza di conoscenza. È fondamentale diffondere iniziative di sensibilizzazione, organizzare conferenze, banchetti informativi, educazione e informazione nelle scuole e contribuire ad una maggiore divulgazione scientifica per riuscire a modificare la percezione che abbiamo di questi animali.

 

COABITIAMO PACIFICAMENTE CON GLI ANIMALI LIMINALI

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PARLIAMO DI PICCIONI

Il primo anno della Giornata Mondiale per la Difesa degli Animali Liminali è dedicato ai PICCIONI.

I piccioni sono tra gli animali liminali più mal visti nelle nostre città. Considerati fastidiosi, sporchi e portatori di malattie, vengono spesso scacciati in malo modo, uccisi con metodi cruenti o se feriti non hanno accesso a cure veterinarie per mancanza di strutture che si occupino di loro.

Spesso restano intrappolati nelle reti che vengono messe per impedire loro di accedere a determinati luoghi, arrivando a ferirsi gravemente per cercare di liberarsi e anche a morire per essere rimasti impigliati.

Quando invece si decide di contenere la popolazione vengono catturati tramite reti o gabbie-trappola di cattura selettiva in vivo per procedere poi alla gassazione tramite CO2. In altre città è consentito l’abbattimento a mezzo sparo con armi da fuoco.

È inaccettabile che si ricorra ancora oggi all’utilizzo di metodi cruenti. Nel 2023, in una risposta scritta ai parlamentari, il Ministero dell’Ecologia francese ha concluso che “a lungo termine i metodi letali sono inefficaci”.

Le alternative etiche esistono, come le colombaie contraccettive e il mais contraccettivo (senza ormoni). Alcune città europee, come Barcellona, Parigi o Bruxelles hanno già scelto di applicare questi metodi etici ed efficaci.

ANCHE I PICCIONI SONO ESSERI 

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I DIRITTI DEI PICCIONI URBANI

a cura di Claudia Taccani, sportello legale OIPA

I piccioni sono volatili che colorano le nostre grigie città, purtroppo non sempre apprezzati o voluti con conseguente gestione della difficile convivenza urbana.

Quali sono le origini del piccione?

Come ci insegna un interessantissimo documento della LIPU, “Il piccione in città. Strategie per la gestione” redatto da Marco Dinetti, Responsabile ecologia urbana della LIPU, versione aggiornata al 2016, il piccione in città trae le sue origini da un lungo processo di domesticazione iniziato tra 5 e 10 mila anni fa: nel corso del tempo l’essere umano ha allevato piccioni, operando una selezione artificiale, in base alle proprie esigenze. Il piccione viaggiatore ne è un esempio, essendo stato un “mezzo” di comunicazione molto utilizzato in occasione di eventi bellici.
Ecco che il nostro attuale piccione urbano trae origine da soggetti sfuggiti al controllo umano e che si sono ben adattati ad una vita selvatica.

Come viene inquadrato, per legge, il piccione?

Per anni, ed in realtà anche attualmente, si è discusso per stabilire se tale volatile sia o meno da considerare una specie selvatica. Il tema è stato piuttosto controverso e oggetto di dibattito.
Attualmente, con una sentenza della Corte di Cassazione (sez. III^pen. n. 2598 del 2004), è stato stabilito che anche il piccione in città va assimilato agli animali selvatici, godendo quindi della tutela legale prevista dalla legge n. 157\92 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio).

“Chi” ha la competenza, per legge, nella gestione dei piccioni?

Essendo il piccione inquadrato come animale selvatico la competenza nella relativa gestione è in primis in capo alle Province (o alle Città Metropolitane), che si coordinano con i Comuni in ambito di materia igienico-sanitaria.

I piccioni sono tutelati da forme di maltrattamento?

Maltrattare o peggio uccidere dei piccioni per crudeltà o senza la necessità, integra un delitto punibile ai sensi del Codice Penale.
Nessuna discriminazione per legge: il reato di uccisione e di maltrattamento di animali colpisce “chiunque, per crudeltà o senza necessità” uccide o maltratta un animale – qualsiasi – e, pertanto, anche uno dei tanti piccioni che convivono con noi in città.
Anche i giudici si sono espressi in favore della tutela del piccione.
La Corte di Cassazione – sentenza n. 17691\19 -ha confermato responsabilità penale in capo ad un pescatore di siluri, per il reato di maltrattamento di animali, perché lo stesso, legando le zampe ad alcuni piccioni vivi, li aveva appesi all’amo e gettati nel fiume come esche.
La difesa aveva sostenuto la correttezza di tale pratica, essendo il piccione una preda naturale come un verme (spesso utilizzato in ambito di attività ittica) e, soprattutto, essendo la pesca un’attività lecita riconosciuta dalla legge e, pertanto, non soggetta all’applicazione della normativa sull’uccisione o maltrattamento di animali.
In sostanza, secondo la difesa, pescare è un’attività che, se effettuata lecitamente, ben può comprendere l’utilizzo di un animale vivo come richiamo naturale del predatore e, pertanto, anche l’uso del piccione legato all’amo per attirare il siluro.
Ma la Corte di Cassazione ha confermato la penale responsabilità del pescatore di siluri. Per i Giudici, nella sentenza citata, è importante tenere in considerazione che non tutti gli animali siano uguali, nel senso che gli stessi hanno caratteristiche etologiche diverse (in base alla propria natura e abitudini di vita) e, nel caso dei piccioni, seppur possano essere considerati genericamente delle prede, tale pratica risulta assolutamente innaturale perché gli stessi vengono ridotti in cattività e sottoposti ripetutamente a sevizie, attraverso tentativi di affogamento provocando gravi sofferenze.
Ogni condotta che esula dall’ambito della normativa speciale come, appunto, pesca e caccia, “ricade” in una forma di responsabilità penale.

Il piccione, animale erroneamente sottovalutato…

È bene sapere che questo volatile è dotato di grandi capacità. Uno studio condotto dal neuroscienziato Edward Wasserman dell’University of Iowa, ha svelato che questo animale possiede incredibili capacità di categorizzare oggetti e immagini: riconosce l’identità e le espressioni di un volto umano, distingue le lettere dell’alfabeto, ricorda oltre 1.800 immagini differenti e tanto altro ancora.

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E SULLA GIORNATA DEDICATA AGLI ANIMALI LIMINALI