LUPO, ETERNO COMPAGNO DELL’UOMO
Foto della volpe della copertina Alberto Ghizzi Panizza
Articolo Isabella Dalla Vecchia
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Lo conosciamo per il famoso incontro con San Francesco o per la favola di Cappuccetto Rosso: il lupo è un animale selvatico privilegiato in leggende o favole per bambini, invocato spesso per spaventare con la classica frase “se non fai il bravo arriva il lupo cattivo”, in ricordo dell’antica paura che si aveva nei villaggi, da cui difficilmente ci si addentrava nei boschi da soli. Un “pericolo” che ormai non esiste più, purtroppo il lupo è ormai un animale raro e per questo protetto. L’organizzazione del branco è il fondamento della vita sociale dei lupi, che vivono seguendo gerarchie e leggi molto precise, motivo per cui l’uomo antico lo ha considerato molto affine a sé e vicino alla struttura sociale umana. Se infatti osserviamo il passato, ancor prima delle leggende medievali, troveremo che la figura del lupo veniva più facilmente divinizzata piuttosto che evitata, perché se ne riconosceva il valore.
Alle origini del mito
Per le tribù americane era considerato l’animale più importante sia dal punto di vista spirituale, che della forza fisica guerriera e laddove esisteva un lignaggio, quello del lupo era il più alto. Era inoltre associato all’immortalità e alla figura del Maestro degli animali. Roma, la città più importante del mondo antico nasce secondo una leggenda proprio grazie a una lupa che avrebbe salvato Romolo e Remo fondatori della città, i gemelli nati da un rapporto clandestino tra il dio Marte e una vergine, abbandonati sulla sponda del fiume Tevere e allattati e allevati dalla lupa nella grotta di Lupercale. Durante l’impero romano in ricordo di questo episodio, si organizzava la festa dei Lupercalia, in cui i partecipanti si travestivano da lupi e svolgevano rituali per la fecondità. Nelle tradizioni nordiche Odino si trasforma in varie forme animali, quella prediletta è il lupo, animale per lui sacro. I guerrieri speciali di Odino venivano chiamati Berserk, in battaglia andavano in estasi trasformandosi in lupi e divenendo belve feroci perdendo quindi la propria umanità. Erano talmente coinvolti da questo stato euforico che si lanciavano con corse folli e privi di armatura. Sembravano invincibili ed anche quando venivano colpiti non avvertivano dolore, riuscendo in tal modo a terrorizzare l’avversario.
E’ nei rituali sciamani delle culture nomadi paleolitiche che gli antropologi rintracciano le radici di quella che viene chiamata “licantropia”, ovvero la capacità, da parte di esseri umani, di trasformarsi, in determinate condizioni psichiche, nell’animale totemico, rappresentativo e protettivo del clan. Quando lo sciamano diventava lupo, andando in trance accoglieva sia lo spirito che l’aspetto fisico dell’animale, anche attraverso particolari travestimenti.
Uomini lupo: tra realtà e leggenda
Licantropia, il nome deriva dal greco lycanthrope, “uomo lupo” e ad oggi è considerata dalla scienza una malattia che coinvolge più il cervello che il corpo di un individuo, che crede di essere diventato un lupo, al punto da arrivare a mutare alcune parti del proprio corpo. Nella sindrome di Ambras ad esempio, ramo dell’ipertricosi, l’intero corpo, compreso il volto si ricopre di una folta peluria.
Nel Medioevo, la chiesa demonizzava streghe, vampiri e licantropi che venivano sistematicamente identificati e processati. Il Malleus Maleficarum, il manuale dell’inquisitore, descrive la trasformazione di uomini in animali come opera del demonio che può avvenire anche solo in forma illusoria. Questa illusione o manifestazione del diavolo non aveva effetto sugli uomini particolarmente santi, fatto che spiegherebbe il perché, non solo San Francesco ma anche Sant’Ugo e Sant’Amico, avrebbero ammansito lupi/licantropi eccessivamente feroci. “Laudato sie, mì Signore, cum tucte le Tue creature…” questa inequivocabile frase non può che farci pensare ad una sola persona, rimasta per sempre nei nostri pensieri, di cui il 4 ottobre si festeggia l’eterno compleanno, San Francesco.
San Francesco e il lupo
Lo conosciamo per la vicenda dell’incontro con il lupo, grazie alla quale Francesco salvò un intero villaggio e il lupo stesso, perché ci fece amicizia anziché ucciderlo, insegnando alla comunità che con l’amore è possibile risolvere qualsiasi problema. E non dev’essere stato facile! Come abbiamo scritto, nel medioevo il terrore dei lupi era così diffuso da diffondersi con facilità leggende sui licantropi e su lupi molto feroci portatori di morte e distruzione. Il cuore della città di Gubbio è segnato da una statua in bronzo, il meraviglioso incontro di San Francesco con il lupo posizionata nel luogo dove avvenne veramente. Ma solo in pochi sapranno che nella stessa città, nella chiesa di San Francesco della Pace è presente la tomba dello stesso lupo! Dopo che Francesco lo ammansì, la tradizione vuole che il lupo rimase amico di tutta la comunità e alla sua morte tutti piansero, dedicandogli una degna sepoltura in luogo consacrato.
“Al lupo al lupo!” non ha più senso ormai, lui è presente ovunque: dalle favole ai film, dal mito alla storia, dalla religione alle cronache. Cappuccetto rosso, la Bella e la Bestia, Lady Hawke, Wolverine, non più belve feroci ma personaggi affascinanti e intriganti. Non ci sorprendiamo se ogni luna piena il nostro pensiero è tutto per lui.