di Claudia Taccani
Uno studio statunitense conferma che la presenza di un cane al lavoro crea meno stress, maggiore produttività e collaborazione tra i colleghi. Addirittura, a Tokyo, un’importante società ha “assunto” diversi gatti cerca-famiglia che possono scorrazzare liberamente tra gli uffici e strappare un sorriso ai lavoratori. In Italia, alcune importanti aziende hanno organizzato e regolamentato delle zone dove è possibile recarsi al lavoro con i propri animali, garantendo la sicurezza dei lavoratori, il benessere degli animali e, molto probabilmente, l’aumento della produttività, lavorando in un contesto pet-friendly.
Alcune aziende, correttamente, organizzano corsi di formazione per ottenere un attestato, il “patentino”, che attesti la capacità del detentore e l’idoneità del proprio cane a essere ammesso sul luogo di lavoro. Infatti, la presenza di un pet in ufficio può rappresentare un’opportunità per migliorare la prestazione e, quindi, produrre di più, ma non solo.
ADOZIONI INCENTIVATE
La possibilità di tenere il proprio animale domestico può incentivare anche le adozioni. Molte persone che vorrebbero accogliere in casa un cane o un gatto, infatti, si limitano per paura, legittima, di lasciarli soli troppe ore. Mentre, se l’animale è tenuto correttamente, nel rispetto degli altri colleghi, dell’igiene e della sicurezza pubblica, non soltanto il lavoratore può sentirsi meglio, ma addirittura può alleggerire le casse comunali liberando tanti quattro zampe dai canili.
PET THERAPY e OPPORTUNITÀ DI LAVORO
E quando, invece, è il quattro zampe a essere “lavoratore”? Sono tanti gli esempi di animali che quotidianamente sono protagonisti di attività importanti.
Basti pensare alla “pet therapy” negli ospedali o in case di riposo: la presenza di cani e gatti aiuta le persone in difficoltà a sorridere e acquisire comportamenti positivi. Questa attività è anche un’occasione lavorativa, in quanto l’operatore deve seguire un corso professionale specifico che lo autorizzi a esercitare nel settore.
DAI “CAVALLI IN CARCERE” AI “CANI POLIZIOTTO”
Altro importante esempio è la presenza di animali negli istituti penitenziari: a Bollate, in provincia di Milano, esiste da tempo il progetto “cavalli in carcere” per aiutare i detenuti a imparare attività di scuderia e non solo, al fine di reintrodurli sia nel sociale che nel mondo del lavoro. Di più. Si pensi ai “cani poliziotto” che quotidianamente affiancano gli agenti nella repressione di reati. Tutti animali veri e propri “angeli” che rappresentano un aiuto quotidiano in diverse attività socialmente utili.
CANI GUIDA PER DISABILI PIÙ LIBERI IN EMILIA ROMAGNA
Il Ministero ha dettato delle linee guida da adottare per tutelare il benessere animale e la legge detta deroghe ben precise in favore degli stessi. In Emilia Romagna, per esempio, una legge regionale prevede che i cani che accompagnano persone disabili godano di libertà di accesso illimitata anche sui mezzi di pubblico trasporto e, in caso di trasgressione, oltre alla multa, può scattare un indennizzo per il disagio subito. Libero accesso anche in bar, ristoranti e luoghi pubblici, al fine di rendere più facile a queste persone attività di vita quotidiana. La Regione, addirittura, incentiva la formazione di cani per accompagnamento di disabili, mediante contributi economici, nonché convenzioni con associazioni di volontariato e organizzazioni di promozione sociale. È bene sottolineare che i cani che accompagnano persone con disabilità non sono strumenti, ma veri e propri compagni di vita con competenze specifiche per garantire una vita migliore.