ASTICI VIVI SUL GHIACCIO: È LEGALE?
Molti regolamenti comunali sul benessere degli animali prevedono sanzioni pecuniarie salate per il venditore, all’ingrosso o al dettaglio, che conserva astici e aragoste vivi o con le chele legate sul ghiaccio.
Secondo studi scientifici, i crostacei, alla stregua dei pesci, se tenuti in condizioni incompatibili con la loro natura, patiscono stress e malessere.
Anche i giudici si sono pronunciati in tal senso, ritenendo punibili penalmente tali condotte: così, per esempio, il Tribunale di Vicenza nel 2006 e quello di Firenze del 2014 hanno ritenuto che la pratica di tenere astici vivi sul ghiaccio o in frigorifero, con le chele legate, sia una forma di detenzione incompatibile con la natura dell’animale e, quindi, punibile secondo il nostro Codice Penale.
OIPA ricorda che il maltrattamento di animali o la relativa custodia che ne provochi sofferenza – anche solo psicologica – non si riferisce solo a cani e gatti, ma a tutti gli esseri senzienti, compresi i crostacei destinati (purtroppo) ad alimentazione.
E I PESCI NELLA “BOCCIA” ROTONDA?
Pratica bacchettabile sotto il profilo etologico: un contenitore a sfera non dà modo di avere dei punti di riferimento e non permette una sufficiente ossigenazione dell’acqua.
Anche in questo caso diversi regolamenti comunali vietano l’uso di acquari sferici o con pareti curve: a Venezia viene prevista una multa fino a 500 euro. Anni fa, un giostraio è stato multato per aver offerto, in palio, pesci rossi tenuti in piccole bocce sferiche.