Il primo animale domestico, tipico soprattutto delle famiglie, è sicuramente il classico pesciolino rosso. Nella credenza popolare un animale resistente, pacifico, che può abitare da solo anche in spazi stretti.
Purtroppo questo insieme di fattori non rappresenta la realtà etologica del piccolo pesciolino rosso, così come non rappresenta il benessere degli altri pesci in generale. A fronte, quindi, di un presunto scopo educativo verso i figli si mette in atto una ingiustificata e inaccettabile sofferenza dei più deboli e di chi non può comunicarci chiaramente il proprio stato di benessere. Basti pensare che la vita media reale di un pesce rosso è tra i 10 e i 20 anni (30 in libertà) ed esso può raggiungere dimensioni di 60cm di lunghezza e 3 kg di peso. Andiamo a vedere come mai i pesci rossi, e gli altri pesci con loro, soffrono.

l’acquario inadeguato

Ciò che non si comprende, spesso, nell’adottare un pesciolino è l’esigenza di un acquario adeguato. Ogni pesce ha bisogno di un acquario di specifiche  dimensioni, a seconda del numero di ospiti e del tipo di pesci inseriti. Tornando al nostro pesce rosso, l’esempio  tipico sono gli acquari di plastica e senza filtro, spesso circolari. Un singolo esemplare di pesce rosso avrebbe bisogno di un litraggio di 100 litri, o meglio di un laghetto. Sono invece spesso relegati a bocce, che oltre a generare confusione nel pesce non in grado di capire la forma sferica, crea anche dei problemi di crescita (come mai i pesci rossi nell’immaginario collettivo sono sempre piccolini?)

pesci rossi

Il ciclo dell’azoto

Un po’ di chimica: come l’aria respirata dagli esseri umani può avere diversi livelli di inquinamento e di anidride carbonica, così  può essere l’acqua di un acquario. Gli alberi purificano l’aria, ma avete mai pensato cosa significherebbe chiudersi in una stanza senza alberi, respirando costantemente la stessa aria? O addirittura al posto degli alberi avere dei piccoli germogli?

Un po’ è lo stesso concetto dei pesci chiusi in un acquario piccolo (anche se l’ossigeno nell’acqua è preso dall’aria esterna). Ma quanto spesso assistiamo alla visione di acquari senza piante acquatiche, o con simulacri di plastica?

così sembra semplice, ma in realtà è più complesso e non è solo questione di ossigeno.
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L’acqua di un acquario è “purificata” anche da batteri. Come funziona nel pratico?

Il materiale organico prodotto dai pesci, viene convertito in ammoniaca da alcuni batteri. Successivamente l’ammoniaca viene convertita in nitriti da altri batteri.
Ancora altri batteri convertono poi i nitriti in nitrati, che successivamente vengono smaltiti.

Ammoniaca, nitriti e nitrati sono dannosi per i pesci, di conseguenza prima di ospitare dei pesciolini bisognerebbe assicurarsi che i batteri nel nuovo acquario prolifichino a sufficienza, pena la morte in massa dei pesci in una lenta o rapida agonia da avvelenamento da sostanze tossiche (il classico “picco di nitriti” in quanto l’acquario è pronto per convertire ammoniaca in nitriti, ma non nitriti in nitrati).

Perché il pesce rosso è il pesce più facile? Perché è abbastanza resistente a questi avvelenamenti, fortuna o sfortuna, cosa che  lo porta a soffrire per giorni prima di morire o avere comunque una vita compromessa da questa fase iniziale di cui poche persone sono informate.

test dell'acqua

Le caratteristiche dell’acqua

L’acqua, così come l’aria che respiriamo , ha diverse caratteristiche. Il grado di acidità (ph), la durezza (gh), e la temperatura.
Ogni pesce, in natura, vive in acque più o meno diverse. Spesso questi valori vengono ignorati e viene utilizzata acqua del rubinetto, che oltre a non avere dei valori sotto controllo, contiene sostanze in quantità sicure per l’uomo, ma tossiche per gli ospiti (cloro e metalli pesanti). Questo provoca, per la maggior parte delle volte, delle malattie o addirittura “scioglimento” della pelle dei poveri pesciolini, costretti a vivere dove non dovrebbero.

Il classico “cambio di acqua” in un acquario senza filtro, genera shock, traumi, e malattie ai pesci che passano da un acqua con certi valori, a un’altra differente. Immaginate dei cambi di temperatura continui, o di vivere in un posto altamente inquinato, senza la possibilità di uscita, è un po’ la stessa cosa.

I conviventi

L’ultimo errore più diffuso, oltre a non inserire piante, è ignorare le caratteristiche etologiche dei pesci inseriti. Ci sono animali che preferiscono vivere in gruppo, i solitari “picchiatori”, i predatori, gli aggressivi, i tranquilli. La realtà dei fatti è che durante l’acquisto vengono presi pesci “casuali”, ignorando i loro livelli di competizione territoriale, la quantità di acqua di cui hanno bisogno, le loro caratteristiche, generando “morti” e un continuo ricambio di ospiti, per non parlare di quando dei giovani pesci neon (Paracheirodon Innesi) diventano cibo per pesci rossi.

La cattura

come se non bastasse, molti pesci non sono allevati in cattività, ma (così come altri ospiti dell’acquario) vengono direttamente catturati. Molti ne muoiono durante il trasporto, ma è anche eticamente grave sottrarre un animale dal suo ambiente naturale per relegarlo ad un ambiente artificiale, spesso non compatibile, condannandolo a una morte certa e sofferente.

 

L’OIPA si schiera contro la vendita di pesci rossi, altri pesci e in generale animali domestici, è inoltre contro la cattura in natura e sostiene per un’informazione consapevole.