Comunicato stampa
23 gennaio 2025
Un carico di merce che ha bloccato per qualche ora il traffico: a questo sono stati ridotti dai media centinaia di polli, morti in un incidente stradale avvenuto nelle scorse ore nei pressi di Ravenna. Non esseri viventi, non vittime, ma semplicemente il “carico” di un mezzo pesante che si è ribaltato sull’autostrada E45 in direzione di Cesena.
Una scena aberrante si è presentata agli occhi dei soccorritori intervenuti dopo l’incidente: decine di polli morti sull’asfalto, altri feriti, frastornati e vaganti sulla carreggiata. Ancora una volta, il trasporto di animali vivi si presenta per quello che realmente è: una pratica che vede decine e decine di animali stipati in camion diretti al macello dopo una (brevissima) “vita” negli allevamenti.
E gli incidenti come quello nel ravennate, purtroppo, sono tutt’altro che insoliti: rappresentano per gli animali coinvolti solo un’interruzione, imprevista e violenta, del viaggio che li trasporterebbe comunque verso la morte per mano umana. Come sempre, OIPA è dalla parte degli animali e condanna con fermezza le condizioni in cui gli animali vengono allevati e poi trasportati, ma anche la comunicazione che i media scelgono di dare di questi incidenti: “Polli morti e agonizzanti, vite spezzate in maniera violenta, eppure la maggior parte dei giornali ha riportato i problemi alla viabilità causati da questo incidente e dal “carico” finito sulla strada. – dichiara Massimo Comparotto, Presidente OIPA Italia – Questo è un chiaro sintomo di quanto l’oggettificazione degli animali, esseri senzienti in grado di provare dolore e sofferenza come noi, sia radicata nel pensiero comune”.
“Un’alternativa è possibile, ma l’Italia deve allinearsi al cambiamento”
Incidenti come quello avvenuto nei pressi di Ravenna sono solo una minima parte della crudeltà di un sistema produttivo basato sullo sfruttamento animale. Gli allevamenti intensivi, il trasporto di animali vivi, i macelli potrebbero trovare un’alternativa, oltre che ovviamente in un’alimentazione a base vegetale, anche nella carne coltivata, ovvero carne vera prodotta in laboratorio partendo da cellule animali.
Mentre molti Paesi investono nel settore, l’Italia ha scelto di chiudere le porte a questa opportunità: con una decisione anacronistica e miope, il Governo ha vietato la produzione e la vendita di carne coltivata sul territorio nazionale, ignorandone il potenziale non solo per il benessere animale, ma anche per contrastare l’impatto ambientale legato all’agricoltura animale. “Ci auguriamo che il nostro Paese riveda questa posizione, allineandosi con posizioni più lungimiranti” conclude Comparotto.
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