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Un’emozionante liberazione di nove nutrie che, una volta aperte le gabbie, sono tornate a nuotare: questa la suggestiva conclusione di questa fase del progetto di sterilizzazione e reimmissione delle nutrie nella città di Torino portato avanti dal CANC (Centro Animali Non Convenzionali), dalla consulta delle associazioni animaliste, tra cui l’OIPA, e patrocinato dal Comune.

Dopo un iniziale censimento e la positiva conclusione della fase pilota attraverso la sterilizzazione di Millyq, la prima nutria operata tramite laparoscopia e liberata, il progetto volto ad una gestione incruenta della popolazione delle nutrie procede in modo positivo: sono state infatti sterilizzate tutte le nove nutrie censite nel Giardino Roccioso del Parco del Valentino.

L’operazione, iniziata durante la notte con la cattura degli esemplari attraverso le gabbie trappole, ha coinvolto diversi volontari formati che hanno monitorato le nutrie fino all’arrivo della clinica veterinaria mobile, che, direttamente sul posto, ha permesso di rendere infecondi gli animali attraverso la sterilizzazione tramite laparoscopia, una metodologia rapida e poco invasiva che ha consentito agli animali di ritornare alla loro casa la sera stessa, tutti in perfetta salute.

Questo progetto, che continuerà con altre operazioni nel mese di febbraio ha l’importante l’obiettivo di mostrare come la sterilizzazione e la reimmissione sul territorio, oltre che costituire un importante vittoria per la tutela degli animali, sia scientificamente più efficace dell’uccisione per contenere la popolazione di castorini.


TORINO, CONCLUSA POSITIVAMENTE LA FASE PILOTA DEL PROGETTO DI STERILIZZAZIONE NUTRIE LANCIATO DAL CANC E DALLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE “IN AUTUNNO RIPARTIREMO PER MOSTRARNE L’EFFICACIA IN ALTRE ZONE DELLA CITTA’”

26/07/2018

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Il Centro Animali Non Convenzionali (CANC) e la Consulta comunale delle associazioni animaliste del capoluogo piemontese, con OIPA come referente per la Consulta, hanno l’obiettivo di mostrare come la sterilizzazione in laparoscopia e la reimmissione sul territorio sia scientificamente più efficace dell’uccisione per contenere la popolazione di castorini

Catturata attraverso le gabbie trappole, sterilizzata attraverso laparoscopia, e rilasciata dopo sole due ore nelle acque del laghetto nella periferia torinese: con la sterilizzazione della nutria Millyq, si è conclusa positivamente la fase pilota del progetto di sterilizzazione e reimmissione delle nutrie nella città di Torino, che ha chiuso il lungo lavoro preparatorio fatto di monitoraggio, attraverso droni e volontari  del CANC,  censimento delle tre colonie sulle rive del Po e disposizione delle gabbie trappole.

Il progetto, che ripartirà in autunno, ha iniziato a prendere forma nello scorso inverno, dopo le proteste delle associazioni animaliste (OIPA, Ass. Alpha Dragonis, LAC, LAV, LEEIDA, Le Sfigatte, SOS GAIA, VivigliAnimali) nei confronti dell’atto provinciale che prevedeva l’abbattimento delle nutrie quale metodo di contenimento. La volontà comune di trovare strategie non cruente e maggiormente efficaci per gestire la fauna, sostenuta dall’assessore all’ambiente di Torino Alberto Unia e dal Garante regionale per i diritti animali Enrico Morricone, ha portato all’attuazione della proposta elaborata dal Centro Animali Non Convenzionali (CANC) della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, che ha proposto un progetto di sterilizzazione in laparoscopia direttamente sul posto grazie ad furgone attrezzato da clinica veterinaria mobile, che la Città Metropolitana ha accettato ed appoggiato.

“Tra le diverse metodologie per il contenimento delle nutrie la sterilizzazione è sicuramente la più efficace in vista sia di un più adeguato controllo degli esemplari sia per la tutela del loro benessere — spiegano Giuseppe Quaranta e Mitzy Mauthe Von Degerfeld, medici veterinari del CANC di Torino — La tecnica tramite laparoscopia, rapida e poco invasiva, non solo impedisce la proliferazione delle cucciolate, ma, permettendo agli esemplari di tornare rapidamente nel proprio territorio, lascia invariato il numero delle nutrie nella colonia, a differenza delle uccisioni che, richiamando nuovi esemplari, non fanno altro che riproporre il problema”.

 “Siamo molto entusiasti per la chiusura positiva della fase pilota di questo progetto, fortemente voluto dalle associazioni animaliste e dalla città metropolitana di Torino – afferma Alessandro Piacenza, Vice-coordinatore nazionale delle guardie zoofile dell’OIPA e referente per il progetto  della Consulta comunale delle associazioni animaliste – Oltre che scientificamente più efficace, la scelta di un metodo incruento per la gestione delle nutrie è un importantissimo passo in avanti per una maggiore tutela degli animali, e siamo pronti a mostrarne l’efficacia e proporla in altre realtà istituzionali”.