“Nei miei fumetti scienziati e artisti vegetariani e amanti degli animali”
Le tavole dell’artista sono esposte nella sede del Consiglio regionale in via dell’Arsenale fino al 3 luglio

Di Cristina Insalaco

“Hai mai guardato un cane, un gatto o una mucca negli occhi? Se lo facessimo capiremmo che la mucca e gli altri animali hanno la nostra stessa energia. Quella delle stelle”. Così Margherita Hack, astrofisica internazionale, vegetariana militante.

Anche Leonardo Da Vinci era vegetariano, mentre Giuseppe Garibaldi nel 1871 ha fondato la “Società protettrice degli animali”, che li tutelava contro i maltrattamenti anche attraverso multe e sequestri. Hack, Leonardo Da Vinci e Garibaldi sono tre dei protagonisti delle tavole della fumettista milanese Isabella Dalla Vecchia, 45 anni, in mostra nella sala incontri dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico del consiglio regionale (via Arsenale 14/g) fino al 3 luglio. L’esposizione, organizzata dall’OIPA, racconta il rapporto con gli animali di Bach, Pitagora, Einstein, Empedocle e Schopenhauer, ma anche dell’inventore dei cereali Kellogg’s e di Dino Buzzati, che il 16 novembre 1957 scrive in un articolo: “Tu morrai in crudele solitudine senza sapere d’essere un eroe della storia, un simbolo del progresso. Ancora una volta l’uomo ha approfittato della tua innocenza, ha abusato di te per sentirsi ancora più grande e darsi un mucchio di arie”. Si riferisce alla cagnolina Laika, lanciata nello spazio a bordo della capsula spaziale sovietica. “Questo è stato in assoluto il fumetto più difficile da realizzare – ha detto Isabella Dalla Vecchia -: dare voce a quella cagnolina che si fidava degli umani mi ha commossa”. In mostra ci sono 40 tavole realizzate dall’autrice negli ultimi 5 anni e oltre ai personaggi celebri “che spero siano punti di riferimento per la propria vita”, ci sono altre sezioni che parlano di tematiche animaliste. Come la caccia, gli zoo, la vivisezione, la dieta vegetariana. “Trattare questi temi attraverso il linguaggio del fumetto e della fantasia coinvolge e sensibilizza il pubblico senza immagini o metafore cruente – dice Dalla Vecchia – e secondo me è il modo migliore per trasmettere a bambini e adulti un messaggio profondo”. Un po’ come ha fatto Lewis Carroll con “Alice nel paese delle meraviglie”.