Oggi 31 ottobre 2017 alle ore 13,00 la Giunta Regionale del Piemonte, raccogliendo parzialmente le istanze che erano giunte dalle associazioni ambientaliste e animaliste, dal Garante regionale per la tutela degli animali, dal Consigliere di parità regionale del Piemonte, dalla Provincia di Cuneo e dalla Città Metropolitana di Torino, da consiglieri regionali e forze politiche di maggioranza e opposizione ed anche dai Comprensori Alpini TO3 e CN2, ha deliberato di sospendere l’attività venatoria nei Comprensori Alpini interessati dagli incendi di questi giorni (TO1, TO3, TO5, CN2, CN4) fino al 30 novembre 2017 e negli ambiti di caccia confinanti (CA TO2, TO4, ATC TO1, T02, TO3) fino al 5 novembre 2017 per garantire il rifugio agli animali in fuga dalle aree devastate dagli incendi.
Il provvedimento potrà essere prorogato o revocato a seconda del permanere o meno delle condizioni di criticità. Il provvedimento che sarà pubblicato venerdì 3 novembre 2017 sul BUR della Regione sarà operativo da sabato 4 novembre 2017.
Le associazioni animaliste e ambientaliste (OIPA, ENPA, LAC, LAV, LEAL, LEGAMBIENTE Circolo L’Aquilone, LIDA, PRO NATURA, SOS Gaia) avrebbero preferito fosse stata decisa la sospensione dell’attività venatoria su tutto il territorio regionale a causa delle condizioni climatiche caratterizzate dal perdurare di forte siccità e conseguente penuria di fonti alimentari e idriche per la fauna selvatica. Si ringrazia tuttavia l’assessore regionale Giorgio Ferrero per la sensibilità e l’attenzione dimostrate ritenendo la decisione odierna della Giunta Regionale un passo avanti, anche se timido, sulla strada della civiltà.
Le associazioni (OIPA, ENPA, LAC, LAV, LEAL, LEGAMBIENTE Circolo L’Aquilone, LIDA, PRO NATURA, SOS Gaia) chiedono che prima di revocare lo stop dell’attività venatoria la regione effettui puntuali verifiche circa la presenza sui territori interessati di fonti alimentari e idriche adeguate che consentano agli animali selvatici di poter superare l’inverno in arrivo.
DISASTRO AMBIENTALE IN PIEMONTE: L’OIPA DIFFIDA LA REGIONE CHIEDENDO L’IMMEDIATA SOSPENSIONE DELL’ATTIVITÀ VENATORIA
31/10/17
Il provvedimento è già stato caldeggiato dall’ISPRA e si allinea con quanto previsto dalla legge sulla caccia in caso di condizioni ambientali eccezionali.
L’OIPA: “Atto etico e di civiltà”.
Martedì 31 ottobre l’OIPA Italia (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) ha inviato una diffida alla Regione Piemonte affinché sospenda definitivamente l’esercizio della caccia nelle province colpite dagli incendi e, in subordine, a sospendere la caccia su tutto il territorio regionale. La richiesta fa seguito alla drammatica situazione creatasi nelle province di Torino, Biella e Cuneo, colpite da oltre 20 giorni di incendi che hanno causato un disastro ambientale senza precedenti, con oltre tremila ettari di terreno distrutti, motivo per il quale la Regione Piemonte ha chiesto al Governo lo stato di calamità naturale.
La richiesta si allinea a quella analoga inoltrata a fine agosto dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) a tutte le Regioni a seguito dell’eccezionale siccità che ha colpito la penisola nei mesi estivi, nonché a quanto esplicitato dalla legge sulla caccia 157 del 1992, che prevede la possibilità di vietare la caccia o ridurla per periodi prestabiliti “per particolari condizioni ambientali, stagionali o climatiche o per malattie o per altre calamità”.
Provvedimento già adottato da alcuni Comuni interessati dagli incendi, come Cumiana e Pont Canavese, senza registrare opposizioni, a dimostrazione che i requisiti formali per questa azione esistono.
“Le condizioni ambientali estreme che perdurano ormai da mesi, prima con la siccità ora con gli incendi, stanno decimando la fauna selvatica che, in cerca di vie di fuga dalle fiamme, si trova a dover fare i conti anche con il pericolo delle doppiette dei cacciatori – evidenzia Massimo Comparotto, Presidente OIPA Italia Onlus – Riteniamo doveroso, sia sul piano etico che pratico, che la Regione Piemonte, come atto di civiltà, fermi l’attività venatoria, in caso contrario chiederemo che, come previsto dall’articolo 120 della Costituzione, lo Stato intervenga sull’istituzione regionale inadempiente.”