Dal 1980 l’uccisione a bastonate dei cuccioli di foca del
Sud Africa ancora allattati dalle madri, si è spostata dalle
isole, in mare aperto, verso la terraferma in Sud Africa e Namibia.
Oltre un milione di foche sono state bastonate fino alla morte.
Dagli anni ‘90, il 77% dei cuccioli di foca sono nati sulla
terraferma e di questi il 74% sono nati entro l’area ristretta
di estrazione dei diamanti in Sud Africa e Namibia.
Seal Alert-SA e il suo Presidente Francois Hugo hanno invitato l’industria
dei diamanti in Sud Africa, industria che vale milioni di dollari,
a reagire e chiedere la fine dello sfruttamento delle foche e la
vendita delle pelli a 2 $ cad. in Namibia. Dal 1866, l’Africa
ha dominato il mercato mondiale per la qualità delle gemme
di diamanti, le pietre più fini provengono dalla Namibia
e dal Sud Africa.
A luglio, la Namibia inizierà l’annuale uccisione di
60 000 foche, inclusi cuccioli mentre vengono allattati dalle loro
madri. Il 45% di queste foche saranno uccise nell’area ristretta
dei diamanti, conosciuta come la Spirregebiet in Namibia.
Una zona controllata tramite un’alleanza tra il Governo della
Namibia e la De Beers, conosciuta come Namdeb.
Durante gli anni passati la popolazione totale è declinata
del 14% e la popolazione sulla terraferma è declinata del
33%. Il Dipartimento del Commercio americano, la Corte d’Appello
americana nel 1977 e il US Marine Mammal Protection Act nel 1972
hanno dichiarato: “prendere i cuccioli di foca in allattamento
è inumano” e hanno proibito l’importazione di
prodotti di foca dal Sud Africa e Namibia.
La Namibia, Paese indipendente dal 1990, ha continuato ad assegnare
concessioni private e quote ai pescatori per uccidere le foche sotto
il vecchio Seabirds and Seals Protection Act no.46 del 1973,
questo fino al 2000, quando hanno incluso la caccia alle foche nella
legge “Namibian Marine Resources Act”.
Come responsabile delle relazioni internazionali dell’OIPA
mi sono occupata della vicenda insieme a Francois Hugo e a tutti
i contatti delle organizzazioni internazionali sostenitrici, non
è stato necessario ricorrere ad una petizione in quanto i
responsabili di De Beers si sono resi disponibili a discutere con
noi riguardo la vicenda, in questi giorni c’è stato
un dialogo al termine del quale abbiamo ricevuto la risposta pubblica
da parte di Stephen Lussier, Director of External and Corporate
Affair - De Beers Group:
- De Beers ha un impegno verso l’ambiente e la sua conservazione,
ha creato delle riserve in Sud Africa con particolare attenzione
alle specie in pericolo, ha condotto intensivi studi in Namibia
per assicurarsi che le attività non abbiano un impatto
ambientale sulla biodiversità della regione.
- De Beers non sostiene alcuna attività riguardante la
caccia alle foche, non ha alcun coinvolgimento nell’annuale
caccia alle foche della Namibia e non fornisce alcuna assistenza
ai cacciatori.
- Non è proprietaria delle terre, ha solo il diritto di
fare ricerche minerarie ed estrazione di diamanti, non ha il potere
di vietare l’accesso alle persone che hanno ricevuto dal
Governo il diritto di entrare nelle aree in questione.
- De Beers porterà all’attenzione dei contatti nel
Governo Namibiano i pareri della comunità internazionale,
delle organizzazioni a protezione dell’ambiente e la preoccupazione
globale dei cittadini con riguardo alla popolazione delle foche
in Namibia.
Francois ha espresso la sua gratitudine e sta inviando ai media
del Sud Africa-Namibia il comunicato ricevuto da De Beers.
Nel corso di queste settimane inoltre ci sono stati contatti con
giornalisti in Namibia interessati all'uccisione delle foche.
Elma Robberts, giornalista del “The Namibian” http://www.namibian.com.na/
è stata la prima ad ascoltare l’appello e ha dedicato
un articolo al lavoro di Francois, intitolato “Seal culling
season sparks new protests”, infatti all’avviarsi dell’apertura
della caccia quest’anno si sono alzate nuove proteste e finalmente
dopo un triste silenzio durato a lungo, una voce in difesa dei senza
voce.
Infine, la cantante Maria Daines, ha composto e canta una canzone
dedicata alle foche, “They Wanna Kill”, canzone nata
dopo che l’artista inglese ha appreso da OIPA e Seal Alert
- SA delle tragiche condizioni di vita e di morte di queste foche.
La canzone è dedicata a OIPA e la si può ascoltare
al seguente link: http://www.mixposure.com/song.php?songid=26555
Francois manda il suo ringraziamento personale ad ogni suo sostenitore,
a ogni persona che ha firmato, letto quello che succede e contribuito
ad aiutare le foche, si sente onorato ad avere un sostegno così
bello come quello che ha ricevuto in questi mesi.
Paola Ghidotti
Responsabile OIPA campagne internazionali |