27/2/14
Dal Molise all’Abruzzo senza nessuna apparente motivazione: è il destino che è stato riservato a 76 ospiti dei 150 presenti nel canile comunale "Cigno Val Biferno", a Ripabottoni, in provincia di Campobasso.
Il comune di Bojano ha deciso affidare l’appalto per il ricovero dei suoi randagi a una ditta abruzzese, con conseguente trasferimento dei cani presso il canile di Fallo, in provincia di Chieti.
Per la sezione OIPA di Campobasso i 76 cani di proprietà del sindaco di Bojano sono quindi destinati a una vita in gabbia, vista l’assenza di volontari presso la struttura privata di Fallo, alla quale fanno capo molti comuni della provincia di Chieti e Pescara.
Un cambio di gestione che, per Giancarlo Calvanese, Vice delegato OIPA di Campobasso, non sembra essere dettato da motivi di risparmio. Il comune di Bojano, infatti, spende 80.000 euro l’anno per il ricovero dei cani randagi, con la nuova direzione arriverebbe a risparmiare 12.000 euro l’anno, ma ne perderebbe 8.000, perché con una media di 20 cani affidati in un anno dai volontari OIPA (che con il comune ha stipulato una convenzione) il risparmio sarebbe di oltre 20.000 euro l’anno.
Una perdita che si andrebbe ad aggiungere al costo dell’accalappiamento e della sterilizzazione, non consentito alla nuova società abruzzese nel territorio molisano. Senza contare il fatto che l’Amministrazione Comunale di Bojano avanza un debito di circa 130.000 con la Siac, la ditta che gestisce il canile di Ripabottoni, e dunque è lecito domandarsi come farà a pagare l’ammontare del costo dell’appalto per la nuova gestione, pari a 148.000 euro.
Una scelta inutile e dannosa quella del comune di Bojano, sia dal punto di vista economico che etico. Con il trasferimento, infatti, i 76 cani di Ripabottoni perderebbero la possibilità di trovare una famiglia, andando a pesare nuovamente sulle casse pubbliche. Senza aggiungere che il cambiamento della struttura in cui i cani risiedono abitualmente, disattende le prescrizioni della normativa nazionale (legge 281/1991) in materia di randagismo, che combinata alla 189/2004 sui maltrattamenti, identifica nell’eradicazione una forma di sevizia per gli animali che li costringerebbe a stress psicofisico e trauma, con il rischio di ridurre ancora di più le possibilità di affidamento.
Infine, anche in caso di trasferimento in altre regione, i sindaci rimangono responsabili dei cani prelevati sul proprio territorio e sono tenuti a informare il servizio veterinario dell’Azienda Sanitaria Locale competente di ogni spostamento, effettuando verifiche periodiche sullo stato di salute dei propri animali e comunicandone i dati al Consiglio Comunale anche nel rendiconto di gestione.
A nulla sono valse le proteste dei volontari OIPA di Campobasso e la conferenza stampa organizzata lo scorso 22 febbraio in coordinazione con il movimento civico Area Matese, che ha coinvolto anche i tg locali. Nove cani sono stati già trasferiti il 21 febbraio e altri venti sono stati prelevati il 26 febbraio, i restanti saranno trasferiti nei prossimi giorni.
La pressione nei confronti dell’Amministrazione Comunale da parte di OIPA Campobasso andrà avanti fino a che non sarà fatta chiarezza su quella che si configura come una vera e propria deportazione, insensata sia dal punto di vista economico ma, soprattutto, etico, visto che arrecherà solo dolore ai cani coinvolti, strappati brutalmente dai volontari che li accudivano e che potevano garantirgli un destino diverso da una vita in gabbia.
TG3 Molise 22 febbraio 2014
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-a4fa58e1-38a3-451b-8635-bd24e37a086c-tgr.html#p=0
(dal minuto 15)
TG Molise del 26 febbraio 2014
http://www.telemolise.com/view.php?idfilmato=177023120326022014151336&
tipo=tg
|